FIORANO – «Ogni singolo pezzo della pista, deve poter mettere a dura prova il comportamento dinamico dell’auto in modo tale da rendere facile l’individuazione dei problemi di ogni macchina. Da questo momento in poi, voglio che nessuna Ferrari affronti la pista o la produzione di serie senza che abbia superato a pieni voti l’esame Fiorano». Così il Drake all’inaugurazione, 50 anni fa, metteva già le cose in chiaro. Il circuito effettivamente fu in grado di stupire tutti, Lauda compreso: “Rispetto gli altri team di F1 la casa di Maranello sembrava la Nasa con quella pista pazzesca controllata centimetro per centimetro dalla Tv a circuito chiuso che consentiva a Enzo Ferrari (grazie a 10 telecamere fisse) di osservare, registrare e rivedere mille volte il comportamento di pilota e macchina in ogni metro rimanendo comodamente seduto in poltrona”, commentava. Oggi Fiorano non è solo una pista ma una vera e propria “cittadella”, cresciuta all’insegna dell’eccellenza. Una realtà che non fa che espandersi.
1) Fiorano, oltre 4 mila in rosso
Fiorano, oltre al circuito e gli stabilimenti, negli anni ha incluso diversi building dove oggi risiede la maggior parte degli addetti ai lavori che nel mondo superano i 4500.
2) Una “cittadella” dei motori
Nel tempo è stata ribattezzata così la “cittadella”. La via centrale è stata dedicata al fondatore, mentre le traverse ai piloti. L’unico nome che non c’è – si scorge facendo una passeggiata – è Michael Schumacher. A lui è stata dedicata una piazza.
3) In 50 anni un solo cambiamento in pista
Il circuito misura circa 3000 metri di lunghezza con la bellezza di 1661 metri di curve: la velocità media di percorrenza è di oltre 160 km orari, toccando il picco di 300 Km/h se con vetture di Formula Uno. I raggi delle curve sono diversi, compresi fra 13,71 e 370 metri. Nel tempo c’è stata una sola modifica. Alla prima curva: Michael Schumacher chiese a Jean Todt (allora direttore generale, ndr) di modificarla. Era totalmente diversa da qualsiasi altra curva del Mondiale. Da quel momento Fiorano ha cambiato layout.
4) L’ultimo record: nel 2019
Il record delle Gran Turismo stradali appartiene alla Ferrari SF90 Stradale (1000 cv) che nel 2019 ha girato in 1’19″000. L’ultimo record del circuito appartiene a Michael Schumacher che con la F2004 ha fatto segnare 55″999
5) ASGT: dedicato alla storia
Attività sportive Gt: è l’ultimo building che si è aggiunto lo scorso anno alla “cittadella”. Se negli anni 70, a Fiorano c’erano solo un’officina, un parcheggio – la villetta del Commendatore – alcuni uffici che sembravano più delle case rurali, oltre al circuito, oggi delle modernissime strutture ospitano tutti i reparti specializzati – dall’assemblaggio alla verniciatura – pronti a creare le rosse più veloci di sempre. Attività sportive Gt si aggiunge a tutto questo lo scorso anno. Non poteva mancare, secondo il brand, uno stabile dedicato alle competizioni, che contiene anche tutta la storia delle monoposto.
6) Il “segreto” della Formula Uomo
L’amore per l’artigianato e il Made in Italy continua come 50 anni fa. Il marchio ha sviluppato un programma ad hoc chiamato “Formula Uomo” per salvaguardare in tutto e per tutto le condizioni dei tecnici nello stabilimento. Oggi c’è la robotica industriale a fare il lavoro duro, affinché, dalla rumorosità alla luminosità, i tecnici lavorino al meglio e si possano concentrare solo sulle performance. I V12 sono ancora assemblati manualmente. Tra i macchinari più indispensabili, per le missioni chirurgiche, il così chiamato “Romeo e Giulietta” per la collocazione delle valvole: lo citiamo per far capire che tra i corridoi gira ancora il romanticismo di una volta.
7) Tornano i piatti preferiti di casa Ferrari
Con la nuova riapertura de “Il Cavallino”, alle spalle del circuito, ora è possibile mangiare i piatti di preferiti del Drake, come i Maccheroncini della Lina, dedicati al figlio Pietro: nello specifico, oggi la ricetta, firmata Massimo Bottura, è la reinterpretazione stellata di quella pasta con pomodoro prosciutto crudo e besciamella della domenica. Niente paura: è in grado ancora di far pensare ai tempi andati. Sul Menù del ristorante di Maranello, inoltre, anche i “Tortelli della pista”, dedicati ad Andretti (con ricotta affumicata e riduzione di Lambrusco). Si mormora che proprio dopo questo pranzo, il pilota fece il record al circuito. Divenne subito un piatto della tradizione.
Fonte www.repubblica.it