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Una Mustang in Costiera, e il mito si rinnova nel tempo. Soprattutto per gli americani

La lenta ed angusta statale amalfitana sulla veloce ed imponente Mustang 5.0 V8 è quasi un ossimoro della viabilità ma guidando oltre le apparenze, l’itinerario da Massa Lubrense a Ravello al volante dell’icona lanciata a metà degli anni ’60, ripercorre orme, eventi e tappe di un rapporto tanto unico quanto speciale, iniziato nel 1944 con l’arrivo delle forze alleate in Campania.

Da lì in avanti, America e Costiera Amalfitana hanno istituito una relazione inscindibile che lato turismo, può valere fino al cinquanta percento del fatturato per produttori, ristoranti e alberghi lungo la SS163. Come tutto inizio, ce lo racconta Carlo Cinque; titolare assieme al fratello Vito, di una leggenda dell’ospitalità italiana chiamata Il San Pietro di Positano: “La guerra ha toccato solo marginalmente questo tratto di ma i nostri mari, erano comunque presidiati dai sommergibili tedeschi che affondarono una nave mercantile davanti a Li Galli e spararono altri siluri sul paese. Fortunatamente i missili colpirono due scogli a cinquanta metri dalla riva conosciuti dai locali come la Madonna e il bambino mentre tutti i pescatori e chiunque avesse una piccola barca, salparono per aiutare i naufraghi salvando moltissime vite”. Con il conflitto verso l’epilogo, i soldati americani di base a Salerno, iniziano a scoprire questa lucente spicchio di terra baciato dal sole, dai venti e costellato di straordinari prodotti alimentari.

“Ricordo che nel 1945 a Positano non c’era acqua corrente e furono proprio gli ufficiali americani, che s’innamorarono perdutamente dei nostri luoghi e delle persone che vi abitano, a portarci le tubature con i loro mezzi militari”. Le parole sono di Virginia Attanasio; tutt’oggi cuore, anima e memoria storica della struttura che ha donato lustro e fama alla località: “La nostra famiglia aveva un piccolo albergo e grazie al loro aiuto, fummo in grado di ospitare le più alte cariche dell’esercito che volevano fermarsi qui. A breve i nostri clienti erano dame, lords, artisti, finanzieri. Si respirava un’atmosfera irripetibile; elegantemente ma discreta e così, ispirato anche dalla qualità della clientela, zio Carlino decise di costruire Il San Pietro (oggi parte della collezione Relais & Chteaux) proprio su questo promontorio a strapiombo cui nessuno dava importanza”. La struggente bellezza circostante abbinata alle mondane feste organizzate dalla proprietà, segnarono a tutti gli effetti l’inizio del mito di Positano nel mondo.

I paesini abbarbicati sulle scoscese pendici della Costiera iniziano così ad accogliere Gregory Peck, Fellini, Jacqueline Kennedy e tante altre star mentre nel medesimo periodo ma dall’altro lato della luna, Ford lancia la sfida alle fuoriserie utilizzate dai gentiluomini della Dolce Vita italiana creando la muscle car per antonomasia. Lanciata nel 1964, la prima Mustang offre potenza ed accessibilità ed un coraggioso design che nel modello d’esordio – come in quello di ultima generazione – resta uno dei tratti salienti del progetto. In questo senso, lo sviluppo turistico, ed in parte architettonico, dell’area geografica tra Vico Equense e Vietri, collima con la genesi Mustang ed è anche indicativo del fermento di una decade in cui entrambe le icone, hanno posato le prime pietre verso la costruzione del proprio status globale.

Uno status ormai saldamente cementato nella cultura pop e che ad oltre cinquant’anni dalla nascita, continua a rinnovarsi ed attrarre consensi senza però snaturare la propria essenza. Lo s’intuisce dalle reazioni di stupore al passaggio Mustang come dalla caratura del turismo che si accinge a ripopolare le più blasonate tappe tra Costiera di Sorrento e quella Amalfi. Una di queste è il Fiorella Art Hotel. I tramonti dalla terrazza osservano Procida, Ischia e Capri andando ben oltre il già elevato standard di bellezza di queste latitudini ed il giovane titolare Antonio Colonna, ha ideato una sua concezione di accoglienza che potrà certamente donare lustro alla troppo spesso sottovalutata Massa Lubrense.

Dal defilato e grazioso paesino da cui terrazzamenti di ulivi e limoni diradano verso il mare, partono una serie di memorabili itinerari automobilistici ed anche se la morfologia del percorso impone ritmi downtempo, l’occasionale ruggito del V8 Mustang – amplificato dalla capote in tela abbassata – aggiunge spessore alle memorie di viaggio. Che entrano nel vivo lungo la via del Nastro Doro verso Punta Campanella con onirici scorci delle isole antistanti come e nella discesa verso Marina del Cantone. La vegetazione è fitta e la ventina di tornanti, sono una delle due opzioni disponibili per raggiungere il pontile proteso nella baia di Nerano del celebre Lo Scoglio da Tommaso. I vacanzieri in super yacht, come i partenopei con natanti da diporto, preferiscono “sbarcare” al ristorante direttamente via mare ma qualunque sia il mezzo, l’esperienza culinaria (prodotti dall’orto di proprietà e pescatori di fiducia), percettiva e visiva è assolutamente idilliaca per calarsi nell’atmosferico percorso intriso di joie de vivre che caratterizza ogni prospettiva della Costiera.

Lasciata la spiaggia di nascita degli spaghetti con le zucchine, la SS145 è la soluzione più rapida verso il profondo senso di stupore che si ha ogni qualvolta le monumentali scogliere sottostanti ai monti Lattari, si concedono per la prima volta allo sguardo. Viene voglia di fermarsi di continuo per contemplare i riverberi della luce su mare, flora e pareti di roccia. Le piazzole di sosta, ciascuna con almeno un carretto agghindato di agrumi e pomodorini vesuviani penzolanti, sono più folklore che poetici ma poco importa perchè l’iconografia che definisce il viaggio sulla SS163, arriva poco dopo con lo scintillio della cupola maiolicata di Positano.

Qualche chilometro ancora, ed ecco che all’orizzonte, dietro la Chiesa di Santa Maria Assunta, spunta l’isola più amata dal ballerino Nurejev. Raggiunto il promontorio a picco tra Praiano e Positano su cui è ubicato Il San Pietro, l’occhio riesce ad osservare tutta i rilievi di una linea costiera che nella sua propaggine estrema, sembra quasi sfiorare i faraglioni di Capri. Il percorso prosegue in direzione Conca dei Marini – altra magnifica tappa del bon vivre – e la SS163 si divincola tra tunnel, curve cieche, tornanti. Difficile superare i 40 orari ma le basse andature sono ben accette perchè da queste parti, ogni prospettiva è un inno alla vita e la maestosa geologia del paesaggio unità all’opera dell’uomo, regala scorci di rara bellezza e punteggiati da fortificazioni saracene a strapiombo sulle maree, spettacolari ponti sospesi e scenari naturali dall’ineguagliabile impatto scenico. Dulcis in fondo, ogni chilometro della gloriosa statale e le sue diramazioni verso le vette, conducono ad altre imperdibili attrattive gastronomiche-artigiane come i vigneti eroici di Furore, la mozzarella di Agerola, le straordinarie alici di Cetara, l’evocativa cartiera di Amalfi e le colorate ceramiche di Vietri.

Fonte www.repubblica.it

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