MILANO – Con le recenti decisioni attuate dal Consiglio di Sorveglianza (l’organo di controllo dell’intero gruppo) si è definita la strategia, anche gestionale, della galassia Volkswagen nella prossima fase della annunciata transizione energetica. Le fonti ufficiali parlano di “rafforzamento del Consiglio di amministrazione per affrontare la trasformazione” e, nella sostanza, definire una struttura alla quale spetta il compito di attuare il Planning Round 70 secondo il quale il Gruppo punta alla leadership della mobilità elettrica entro il 2025.
Il piano prevede che, per la prima volta nella storia del grande costruttore, più della metà degli investimenti complessivi (89 miliardi su 159 totali) saranno dedicati specificamente alla mobilità elettrica e alla digitalizzazione. “Queste decisioni mostrano con quanta determinazione stiamo portando avanti la trasformazione del Gruppo Volkswagen”, è il commento di Hans Dieter Poetsch, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Volkswagen AG, “i nostri investimenti saranno concentrati sul futuro della mobilità, in tutti i suoi aspetti fondamentali, e sull’implementazione sistematica della strategia.”
Un momento fondamentale nelle ambizioni del gruppo in funzione delle quali, nell’ambito del Consiglio di amministrazione, è stata operata una piccola ma significativa “danza delle poltrone” che non ha però riguardato la posizione di vertice. Infatti, Herbert Diess mantiene il ruolo di Ceo, guadagna la responsabilità di CARIAD (la divisione che si occupa dello sviluppo software) e perde quella diretta sul marchio Volkswagen che è stata attribuita a Ralf Brandstaetter, al quale spetterà l’incarico di occuparsi della inedita divisione Volkswagen Passenger Cars e delle operazioni in Cina del marchio.
In complesso a nuova struttura del Consiglio di Amministrazione non ha toccato il ruolo di vertice di Diess che nei giorni precedenti era stato dato addirittura a rischio licenziamento, tanto da fargli commentare dopo la ristrutturazione: “Non posso lamentarmi della mancanza di responsabilità”.
Il momento difficile per il gruppo VW è stato innescato quando lo stesso Diess aveva ventilato che la ristrutturazione industriale conseguente al passaggio all’elettrico avrebbe potuto portare alla perdita di circa 30.000 posti di lavoro, con conseguente alzata di scudi da parte dei sindacati e del Lander della Bassa Sassonia che siedono nel Consiglio di Sorveglianza.
Fonte www.repubblica.it