BERLINO – Doveva essere la seconda grande fusione del secolo nel mondo dell´auto dopo la nascita di Stellantis. Invece no a sorpresa all´ultimo minuto: questo matrimonio non s´ha da fare, avrebbe scritto Manzoni. Parliamo di Volvo, la casa premium svedese che è ormai diventata il marchio di qualità piú innovatore, piú puntato verso il futuro green e piú temibile per ogni concorrente, tedesco o giapponese che sia, e di Geely, il gigante emergente dell´auto cinese, da anni azionista di riferimento del marchio-simbolo della qualità del Grande Nord. In dichiarazioni contemporanee i numeri uno dei due gruppi, il bravissimo Hakan Samuelsson per volvo il presidente del gruppo Li Shufu per Geely, hanno annunciato che al posto della fusione preferiscono andare avanti con cooperazione stretta su lancio di modelli, ricerca e sviluppo e mercati, ma conservando ognuno „nell´interesse reciproco” la propria indipendenza. E´un fulmine a ciel sereno per il mercato dell´auto, gli operatori di Borsa e investitori di tutto il mondo nell´universo delle quattro ruote. Intendiamoci, tutti i grandi ambiziosi progetti, che puntano con coerenza all´obiettivo di sviluppare prodotti sempre piú sostenibili ,ecologici e top class con l´addio alla combustione interna, da Polestar alla XR 40 a tutto il resto, rimangono in vigore. Ma è impossibile ignorare che l´addio alla fusione ha per sfondo crescenti tensioni politiche tra il governo a guida socialdemocratica del regno delle Tre corone e il vertice della Repubblica popolare.
La Svezia è infatti, nell´Occidente, in prima linea nella denuncia di violazioni di diritti umani (in Cina come nell´Arabia saudita cui si è rifiutata di vendere super armi per miliardi di euro), e ha pagato anche con misure repressive contro suoi cittadini di origine cinese e incidenti diplomatici, e ha escluso dichiaratamente Huawei, il colosso del dragone per le telecomunicazioni mobili, dalla gara per l´introduzione del 5G nella prima potenza nordica temendo spionaggio tecnologico, hacking e altre azioni indesiderate del gigante asiatico. E l´arrivo di Joe Biden a Washington, con la sua linea chiara e ferma verso la nuova assertività cinese, rafforza la convinzione di Stoccolma di continuare con maggior determinazione in questa scelta politica. Proteggendo le sue eccellenze. Anche. Pechino a sua volta è sempre piú pronta al linguaggio duro da superpotenza senza complessi anche verso i cinque paesi della Comunità nordica, e quando Stoccolma ha sbattuto la porta in faccia a Huawei ha reagito minacciando subito ritorsioni economiche contro gli interessi svedesi.
Ciò detto, attenzione, è la rinuncia alla fusione ma non un divorzio né un passo indietro nel lavoro insieme. Come Samuelsson e Li hanno spiegato, i grandi progetti in sinergia con le joint ventures continuano ad andare avanti sempre piú ambiziosi. In particolare, solo per citare alcuni esempi di punta, viene confermato l´impegno comune e appoggio reciproco nello sviluppo di sistemi a guida autonoma, nel quale i cinesi lavoreranno insieme alla nuova azienda Zenseact, creazione della sezione software di Volvo. Si andrà avanti veloci anche nel car sharing, e nello sviluppo delle propulsioni elettriche, con le due nuove piattaforme SEA e SPA2. Confermata è anche la creazione entro quest´anno di una nuova società congiunta che si occuperà dello sviluppo di propulsioni convenzionali a combustione interna o ibride per lanciare insieme gamme di modelli a doppia propulsione definiti „di una nuova generazione”, promessi quindi al mercato globale come superiori e piú moderni di qualsiasi auto ibrida sia al momento disponibile sul pianeta.
La fusione, ricordiamolo, era stata proposta un anno fa da Geely. E a osservatori internazionali e fonti ufficiose e confidenziali vicine allo stato maggiore delle forze armate svedesi, al governo e alla Säpo, la polizia segreta svedese discreta ma onnipresente specie nella protezione di segreti di eccellenza tecnologici civili e militari made in Sweden e dell´indipendenza e autonomia nell´interesse nazionale, la decisione da thrilling-intrigo internazionale di rinunciare al matrimonio sembrerebbe avere piuttosto un sapore svedese che non cinese. La Svezia combatte già da decenni con spie tecnologiche russe e ora anche cinesi per difendere i suoi segreti piú gelosi: dai supercaccia Saab JAS 39 Gripen con le nuove versioni quasi invisibili e in grado di volare a Mach 2 con propellenti ecologici, alla versione svedese molto migliorata del Panzer tedesco Leopard 2 giudicata forse il miglior carro armato al mondo, alla guerra elettronica e alla difesa cyber, ai sottomarini invisibili. E Volvo, con una sua branca separata dal comparto auto quindi non coinvolta dalla partecipazione azionarie di Geely, non è estranea alla produzione di componenti vitali per queste superarmi difensive. Una fusione, dicono i maligni, magari avrebbe potuto portare troppi occhi indiscreti dell´Impero di Mezzo troppo vicino ai piani alti dell´economia e dell´establishment svedesi. Nessuno conferma, ma nessuno smentisce.
Ha dichiarato Hakan Samuelsson: “Dopo aver valutato diverse opzioni per lavorare congiuntamente e realizzare valore, abbiamo concluso che un modello di cooperazione tra due società autonome è la soluzione migliore per garantire una crescita continua e al tempo stesso ottenere sinergie con nuove soluzioni tecnologiche in molte aree differenti”. Li Shufu da parte sua ha affermato: “Come azionista e gestore di entrambe le società interamente possedute e quotate, Geely vede benefici significativi con partnership e alleanze piú profonde pur mantenendo la reciproca indipendenza. Siamo incoraggiati dalle potenziali sinergie e opportunità di crescita create da questa collaborazione, che creerà due società ancor piú forti e competitive a livello globale, nel settore in rapida evoluzione delle tecnologie automotive e dei nuovi servizi di mobilità”.
Amici per la pelle e commilitoni nella competizione sempre piú dura sui mercati globali, insomma, ma senza nozze. Un segno chiaro, apparentemente, sia del quadro politico internazionale sia della lungimirante volontà dei due vertici aziendali di mantenere la collaborazione al riparo dalle tensioni tra l´Occidente e Pechino. Geely ha rilevato Volvo nel 2010, rilevandola dagli americani di Ford e salvandola da quella disastrosa gestione tutta risparmi in ogni costo di produzione a scapito della qualità. Da quando è in mano al gigante cinese, la storica casa svedese ha ritrovato appieno smalto, eccellenza e top class level mondiali nella sicurezza, nella tecnologia, come nelle prestazioni e del design dei suoi modelli, come ai tempi storici degli anni Cinquanta.
Oggi come ai tempi di Tage Erlander e fondatori del modello svedese (socialdemocrazia solidale e amica delle imprese insieme, con un welfare fortissimo, una politica sociale e di integrazione multietnica accoppiate alla priorità assoluta ad alte tecnologie ed eccellenze, il cui export fornisce almeno il 50 per cento del prodotto interno lordo), la Volvo è per l´opinione pubblica mondiale un simbolo dell´alta qualità svedese. E si è allargata in Cina ma senza delocalizzare in massa lasciando in sostanza la madrepatria, come anche a causa della Brexit hanno fatto recentemente i marchi premium britannici Jaguar e Land Rover, ora attivi essenzialmente in Slovacchia, membro della UE e dell´eurozona. Ma al tempo stesso, il modello svedese fu insieme pacifista e decisissimo difensore a ogni costo di sovranità indipendenza e sicurezza nazionale. Anche con alte spese militari e di controspionaggio e armi al massimo livello mondiale sviluppate a casa, durante e dopo la guerra fredda.
E oggi con rapporti sempre piú stretti con la Nato e il sogno e la prospettiva di entrarci un giorno, magari insieme alla Finlandia governata dalle donne. Meglio restare fedeli ai padri fondatori che non correre troppo, insomma, pur continuando a collaborare col Dragone e non rompendo amicizie. La situazione ironicamente evoca quasi il motto della Stasi, la polizia segreta tedesco-orientale: “Fidarsi è bene, controllare è meglio”. Anche nella democrazia postmoderna svedese decisa a restare piccola superpotenza dal volto umano (settimo Pil per abitante al mondo) e nelle sue eccellenze nel mondo affascinante delle auto del futuro.
Fonte www.repubblica.it