La grande interprete di Memphis, scomparsa ieri all’età di 76 anni, è stata un’icona della musica black e dei diritti civili degli afroamericani, ma anche un riferimento, attraverso le sue canzoni, per le donne (bianche e nere) di tutto il mondo
“Pensa. È meglio che ci pensi. Pensa a cosa stai cercando di farmi”. Lo cantava Aretha Franklin, scomparsa ieri nella sua casa di Detroit all’età di 76 anni, in uno dei brani più celebri del suo repertorio, Think appunto. Una canzone nata nel 1968, esattamente 50 anni fa, come un inno alla libertà in un’epoca che ne reclamava in ogni ambito della vita quotidiana ed entrata nell’immaginario musicale di ognuno di noi grazie anche a quell’operazione cinematografica, datata 1980, che mise in scena la Regina del Soul nella commedia musical The Blues Brothers. Aretha veste i panni della moglie di Matt Guitar Murphy, con cui lavora nel fast food in cui piomba la coppia Jake & Elwood (Belushi e Aykroyd) con l’obiettivo di portarle via il marito ed aggregarlo alla loro band: la donna si oppone e rinfaccia all’uomo i suoi doveri coniugali cantando proprio i versi di Think, in una scena esemplare di quella geniale sintesi musicale e visiva della cultura black realizzata dal regista John Landis nel suo film (la cui colonna sonora, interpretata da un cast di artisti del calibro di Ray Charles, James Brown, Cab Calloway e John Lee Hooker, è stata nominata nel 2004 dalla BBC la più bella della storia del cinema).