Da bambina voleva fare la rockstar e “la lampada tascabile era un microfono perfetto”.
“Volevo fare la rockstar” è il nuovo album di Carmen Consoli e il titolo del tour teatrale che lunedì 8 novembre porterà la cantantessa sul palco del Teatro Verdi di Firenze.
Inizio ore 20,45. I biglietti (posti numerati da 23 a 69 euro, compresi diritti di prevendita) sono disponibili nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita) e online su www.bitconcerti.it e www.ticketone.it. Si accederà con green pass. Info tel. 055.667566 – [email protected] – www.bitconcerti.it.
Si riparte con i concerti: Carmen ci crede, la tenacia è una delle sue caratteristiche fondamentali. Nel rispetto delle regole, in sicurezza ma con “impegno e coerenza”, per riprendere quello scambio col pubblico lasciato in sospeso due anni fa.
Uscito lo scorso settembre per la Narciso/Polydor, “Volevo fare la rockstar” è un disco narrativo e al contempo attuale, con uno sguardo ora critico, ora romantico, sulla società e sull’uomo. Racconti e cronaca che l’artista siciliana riveste di arrangiamenti che esulano dal contesto pop e rock, sfociando anche nella miglior canzone d’autore. Tra sonorità acustiche ed elettriche, non mancano incursioni nel bolero, come ne “Le cose di sempre”, nella surf music in “Mago Magone”, nello stile Motown di “Sta succedendo”, schegge di sonorità caraibiche, di folk americano e rock progressivo.
La canzone “Armonie numeriche” è dedicata al padre, “Le cose di sempre” è una sorta di lettera al figlio Carlo Giuseppe. Il protagonista di “Mago Magone” è un politico che gioca sulle debolezze delle persone imbrogliandole, “Qualcosa di me che non ti aspetti” affronta le tematiche della guerra, della fame nel Terzo Mondo e dei cambiamenti climatici.
A spiegare il brano che dà il titolo all’intero lavoro è la stessa Camen: “Volevo fare la rockstar, la lampada tascabile era un microfono perfetto, il tavolo della cucina era un palco perfetto, volevo fare la musica è scuotere su e giù la testa, imbracciando una chitarra vera”.