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Gino Paoli propone un concertone per Genova. Non subito, fra sei mesi, per risvegliare le coscienze

“I genovesi” dice il grande cantautore “non volevano la Gronda, non volevano le sopraelevate. Ma poi siamo i primi a lamentarci, siamo dei veri artisti del mugugno”. La bellissima storia del “mugugno”

Le polemiche non servono a nulla, occorre agire. Gino Paoli, in una intervista al Messaggero, annuncia la volontà di organizzare, per la sua città, un concerto di beneficenza, “come quello che feci dopo l’alluvione di quattro anni fa”, spiega. “Raccogliere soldi, in questi casi, serve sempre: penso agli sfollati”, dice il cantautore che precisa: il concerto “non lo farei subito. Meglio fra sei mesi, così servirà a risvegliare le coscienze quando si saranno addormentate, dimenticando tutto”. 
   “Bisognerà ripensare rapidamente all’idea della Gronda – sottolinea poi Gino Paoli -, la città così resta spezzata in due e per la circolazione è un vero casino, perché c’è solo una strada alternativa. Ma è giusto ricordare che – conclude – i genovesi, la Gronda, non la volevano. Il genovese è così, la città era contro anche alla costruzione della sopraelevata. Ma poi sono i primi a lamentarsi. Storicamente, siamo dei veri artisti del mugugno. Ai tempi, per i marinai genovesi esistevano addirittura due tipi di contratto di ingaggio sulle navi: con mugugno o senza mugugno. Naturalmente il diritto al mugugno voleva dire avere una paga più bassa”.

Fonte: Agi 

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