Anche la Commissione Pari Opportunità di Giulianova si schiera contro l’esibizione alla 70° edizione del Festival di Sanremo per il rapper Junior Cally. Nella mattinata la Cpo ha inviato una nota alla Commissione Vigilanza Rai, firmata dalla Vice Sindaco ed Assessore alle Pari Opportunità Lidia Albani e dalla Presidente della Commissione giuliese Marilena Andreani, per chiedere che l’artista, autore di testi sessisti che incitano alla violenza di genere, non venga fatto salire sul palco dell’Ariston.
“Consideriamo vergognoso che partecipi a Sanremo Junior Cally, un rapper che ha nel suo repertorio canzoni dall’alto contenuto sessista e violento – si legge nella missiva inviata alla Commissione di Vigilanza Rai – come quello della canzone “Strega” che recita: “Lei si chiama Gioia, beve poi ingoia. Balla mezza nuda, dopo te la da. Si chiama Gioia, perché fa la tr*ia, sì, per la gioia di mamma e papà”, oppure testi come “Questa non sa cosa dice. Porca tro*a, quanto ca**o chiacchera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”, “state buoni, a queste donne alzo minigonne”; “me la chi*vo di brutto mentre legge Nietzche”; “ci scopi*mo Giusy Ferreri [la cantante ndr]”; “lo sai che fotti*mo Greta Menchi [una influencer, ndr]”; “lo sai voglio fott*re con la Canalis [la conduttrice ndr]”; “queste put**ne con le Lelly Kelly non sanno che fott*no con Junior Cally”.
“E’ inaccettabile che la televisione di Stato dia la possibilità a questo artista di veicolare ai più giovani messaggi così vergognosi – dichiarano l’Assessore Albani ed il Presidente Andreani – che contribuiscono a rendere nullo l’operato delle Commissioni Pari Opportunità di tutta Italia, da sempre schierate in prima linea nel sostegno dei diritti delle donne e nella difesa delle stesse da ogni tipo di violenza, fisica e psicologica. Da sempre ci interfacciamo con i giovani, attraverso concorsi ed incontri dedicati al tema e crediamo che proprio da loro debba partire quella rivoluzione culturale che da tempo aspettiamo”.
“Riteniamo e sosteniamo che la Rai debba svolgere un ruolo importantissimo nel contrastare la violenza contro le donne – concludono Albani e Andreani – ed esigiamo possa evitare di fomentarla dando spazio a questi “cantanti”.