Dopo il dirompente esordio con “Tu si femmena”, la nuova voce del rap al femminile Sugar Mask torna a parlare di vita vera nel suo nuovo omonimo singolo, “Sugar Mask”, un brano che scardina i cliché della scena italiana, riportando al centro il contenuto e la profondità in un genere che spesso dimentica le proprie radici.
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«E basta con sti pezzi solo droga, pistole e criminalità. Leggiti bene la strofa, è il contenuto che non ci sta. In un mondo dove regna la superficialità, la differenza chi la fa? Chi parla di profondità». Liriche e barre pungenti, scandite dal flow impeccabile dell’artista partenopea che, in questa traccia, lancia un messaggio forte e chiaro: il rap può ancora essere altro, può tornare a parlare di vita vera, può continuare fare la differenza raccontando problemi, disagi e desiderio di rivalsa senza scivolare in quei cliché che negli ultimi anni lo hanno privato della sua vera essenza.
Dietro la sua maschera di zucchero, dolce e graziosa, Sugar Mask diventa l’emblema di un contrasto incredibilmente affascinante: la durezza dell’armatura celata dalla delicatezza dello zucchero filato. È una rapper che non ha paura di mostrarsi vulnerabile, di raccontare storie vere e di affrontare temi sociali scomodi con una profondità che scava nel cuore di chi ascolta. Nel suo nome e nella sua immagine si riflette la contraddizione tra forza e fragilità, tra una maschera imposta e una necessaria, tra l’apparenza e la sostanza, temi che emergono prepotentemente in ogni verso dei suoi testi. La maschera non è solo un elemento estetico, ma una corazza che protegge e al tempo stesso rivela, spingendo il pubblico ad andare oltre l’estetica, a concentrarsi sui contenuti piuttosto che sull’esteriorità.
In questo nuovo singolo, l’artista campana racconta la propria storia, ma anche quella di tutti coloro che si sentono imprigionati in un mondo dominato dall’apparenza. «Ma perché cazzo indossa una maschera quella? Perché non hai bisogno di vedere la mia faccia bella! Basta capire cos’ho da dire, stammi a sentire!», canta in apertura con ironia e rabbia, sottolineando quanto sia cruciale scorgere oltre l’aspetto esteriore per cogliere il vero valore delle persone, delle loro voci, delle loro storie. Il brano è un mix esplosivo di rime e punchlines disarmanti, in cui Sugar Mask mette a nudo le sue riflessioni sulla società, la vita e il rap contemporaneo.
Dopo aver scosso il rap-game con il suo primo singolo “Tu si femmena”, un brano di denuncia sulla discriminazione di genere e la difficoltà delle donne di essere rispettate nella scena contemporanea, Sugar Mask continua il suo percorso di consapevolezza con una critica alla superficialità dell’era attuale, un’epoca in cui «la situazione sta sfuggendo di mano», sottolineando con disincanto il vuoto culturale – «se parli di cronaca nera e chiedi secondo te chi è il killer?, lei risponde cazzo ne so che domani devo rifare il filler» -. Un’immagine che ben rappresenta l’ossessione per l’estetica e la perdita di valori autentici, contro cui l’artista si ribella con forza.
In un mondo in cui le donne sono spesso giudicate per l’aspetto fisico e ancora discriminate nell’ambiente rap, Sugar Mask lancia una sfida coraggiosa. «M’han detto passata la trentina resti in vetrina, ma chi l’ha detta sta grande cazzata? Mi sta bene solo se è una vetrina Prada!», canta, ribellandosi agli stereotipi e ridando dignità e forza alle donne, quelle che come lei lottano per essere riconosciute per quello che sono e non per come appaiono, indipendentemente dall’età anagrafica. Un invito a non piegarsi agli standard imposti dalla società e ad essere autentiche, anche in un mondo che le vorrebbe omologate.
Sugar Mask non è solo una rapper, ma una cantautrice che utilizza la musica come un diario personale, trasformando le sue esperienze in testi che parlano a tutti. «Dormo con carta e penna sotto al cuscino, di notte sogno e scrivo, sennò dimentico al mattino», rivela nel brano, mostrando quanto la scrittura sia per lei una necessità vitale, un modo per elaborare la realtà e raccontarla con sincerità.
Ogni parola di “Sugar Mask” è pensata per lasciare un segno, per scuotere e per far riflettere. «Tutti hanno una storia da raccontare, ma non possiamo mica tutti rappare. Eh beh, siam già tanti, e allora? Allora non dar retta a nessuno, se siam cento io faccio cento e uno», recita un passaggio del testo, affermando con determinazione il suo diritto di prendere spazio in una scena che ancora oggi riserva poche opportunità a chi non si conforma alle regole non scritte del rap mainstream.
Un suono che rompe gli schemi e che nell’arrangiamento del pezzo crea un’atmosfera coinvolgente e ricca di contrasti, esattamente come l’artista stessa. “Sugar Mask” rappresenta una ventata d’aria fresca, un progetto che punta tutto sulla qualità dei contenuti e sulla profondità dei messaggi, portando il rap a un livello diverso, più intimo e più vero.
«Ho scelto di mascherarmi per far parlare la mia musica – dichiara l’artista –. Non voglio che la gente si concentri su come appaio, ma su quello che ho da dire. La maschera è una corazza, ma anche una scelta di libertà. Con “Sugar Mask” voglio parlare a chi, come me, non si riconosce nei modelli che la società ci impone. Voglio essere la voce di chi non si sente ascoltato, di chi è stanco di vivere in una realtà superficiale.»
Con questo nuovo omonimo singolo, Sugar Mask si conferma una delle voci più interessanti e originali della scena rap italiana. Il suo coraggio di affrontare temi sociali, la sua scrittura schietta e tagliente, e la sua determinazione a non scendere a compromessi la rendono un nome da tenere d’occhio. In un’epoca in cui regna la superficialità, Sugar Mask è qui per fare la differenza, riportando il rap ad un linguaggio vero e reale, capace di parlare alla vita quotidiana e alla sostanza delle cose.