I “The BRAVO” raccontano: E’ una sintesi del nostro periodo adolescenziale vissuto nelle violenze verbali quotidiane di cui eravamo vittime da parte del nostro patrigno, l’orco delle nostre favole per bambini. “Che me ne fotte” erano le parole che ci venivano urlate contro in qualsiasi occasione. Non gliene fregava nulla dei nostri pianti, della disperazione causata dalle sue azioni e dalle parole violente che brutalmente ci scagliava addosso e che ci ferivano, umiliavano e sminuivano nel profondo… ogni giorno la minima piccolezza poteva scatenare un incubo ad occhi aperti. Lui era agli arresti domiciliari e noi eravamo fagocitati nelle sue stesse restrizioni di libertà, nelle sue stesse frustrazioni. La nostra unica boccata di libertà era la scuola. Il mare, d’estate, ci era precluso con la spiegazione che non ce lo meritavamo a causa “del nostro cognome”, corredata dall’offesa terribile a nostra madre, oltre che a noi stessi, di non essere suoi figli. La protezione della mamma è stata la nostra salvezza in quegli anni; seppur di nascosto, lei non ci ha mai privati della sua tenerezza, fino a quando non abbiamo potuto portare lontano da lui le nostre vite. Arriva sempre il momento del riscatto, il momento in cui si reagisce con determinazione per difendere se stessi e la propria famiglia. Non è mai semplice trovare il coraggio di reagire ed il brano “Che me ne fotte” vuole essere un messaggio di speranza per chi, purtroppo, vive situazioni come la nostra. Dopo aver raccolto i cocci della propria esistenza, si deve sempre ripartire con forza e dignità come abbiamo fatto noi”.