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Bonafede resta Guardasigilli, ma sulla prescrizione sarà commissariato

Con ogni probabilità questa mattina Alfonso Bonafede aka Fofò Dj salverà la sua poltrona di Guardasigilli, resa pericolante da una mozione di sfiducia individuale presentata da Emma Bonino e da una gestione del dicastero da ministro della giustizia ingiusta.

Pur condividendo con i Cinque stelle la responsabilità di governare il paese, in questi mesi Matteo Renzi e la sua forza politica sono stati i principali avversari del giustizialismo di Bonafede, a cominciare dalla battaglia per non cancellare la prescrizione.

Malgrado ciò, questa mattina Italia Viva non sfiducerà Bonafede e sarà oggettivamente un peccato perché l’uscita di scena di un giustizialista indegno del paese di Cesare Beccaria sarebbe stato un grande omaggio postumo alle battaglie di due giganti italiani, Marco Pannella ed Enzo Tortora, di cui in questi giorni ricorre l’anniversario della scomparsa.

Renzi però ha ottenuto una specie di commissariamento di Bonafede sui temi della giustizia, cosa non da poco. In cambio della respirazione bocca a bocca al governo, Giuseppe Conte infatti gli ha concesso l’istituzione di una commissione per fermare i progetti sulla prescrizione, lasciandogli anche nominare uno dei due presidenti.

La persona scelta da Renzi è Gian Domenico Caiazza, il presidente dell’Unione delle Camere penali, avvocato e garantista senza se e senza ma, compagno di Pannella e Tortora in mille battaglie garantiste sulla giustizia giusta, a cominciare da quella sulla responsabilità civile dei giudici.

Renzi ha ottenuto anche l’adozione del suo piano shock sulle opere pubbliche, cioè far partire i cantieri, anche se Conte per il momento sembra restio ad annunciarlo pubblicamente per evitare di passare per uno che si fa dettare l’agenda, un po’ come per ora tiene sullo sfondo la questione del Mes, i cui soldi ovviamente l’Italia utilizzerà, perché non ha ancora trovato il modo di comunicarlo ai compagni grillini e agli amici di Facebook ai quali aveva solennemente ricordato di avere una sola parola, quella del no al Mes ma Casalino troverà una soluzione.

Il ragionamento di Renzi, dunque, è questo: se dopo aver regolarizzato gli immigrati e fermato l’Irap, le due battaglie renziane della settimana scorsa, adesso Conte aprisse i cantieri, utilizzasse il prestito Mes e tenesse a bada Bonafede sulla prescrizione, be’, il governo non sarebbe malaccio.

Insomma, questo governo potrebbe fare anche cose buone, come certi predecessori con la bonifica dell’agropontino, ma nessuno può cancellare l’imbarazzo che il Conte due rappresenta per il paese, secondo soltanto al Conte uno e a un eventuale Salvini-Meloni da odissea nello spazio euro. Eccola, la tragedia italiana.

/www.linkiesta.it

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