Infine abbiamo capito che cosa ha fatto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in questi due mesi in cui noi siamo stati in isolamento a casa e lui non ha ancora idea di come organizzare una campagna nazionale per fare i tamponi, non sa come mobilitare le risorse per fare i test sierologici, non è ancora in grado di tracciare i contagiati e quindi di separarli dai guariti e dagli immuni.
Possiamo confermare che Conte ha impiegato questi due mesi di lockdown concedendo interviste ai quotidiani, quasi una al giorno, dal Corriere a Repubblica, dalla Stampa al Sole 24 Ore, dal Fatto al Foglio, peraltro riuscendo nell’impresa invidiabile di non dire mai niente. Un risultato da registrare nel Guinness dei primati, sia in termini di numero di interviste concesse sia per l’abilità di calciare il pallone sempre più in là.
Ora manca solo un Q&A con la Settimana Enigmistica che con i suoi rebus, enigmi, quiz, passatempi, anagrammi e rompicapi sarebbe in effetti l’unico media in grado di svelare che cosa pensi davvero il tenero Giuseppe.
Forse non tutti sanno che il premier ieri al Corriere della Sera ha tranquillizzato gli italiani dicendo che andremo in vacanza, come se l’urgenza principale di un paese fermo da oltre due mesi fosse quella di andare in ferie, ma la cosa più sconcertante è che non ha spiegato come faremo nelle prossime settimane – senza tamponi, senza test, senza tracciamento, senza mascherine, senza guanti, senza amuchina – a prendere aerei, treni e navi per spostarci da regione a regione col rischio evidente di portare il virus dove adesso non c’è.
Si possono già immaginare le prossime interviste tardo primaverili del premier per denunciare gli irresponsabili da battigia, gli immaturi da solleone, gli incoscienti da spongato al caffè, in un revival del perché-siete-andati-a-bere-lo-spritz sui-Navigli ma questa volta su scala nazionale, una volta che le famiglie si trasferiranno nelle località turistiche in quella modalità «alla cazzo di cane» resa leggendaria dalla serie tv Boris come satira di un certo modo sciatto di fare le cose, ma che oggi è diventata dottrina di governo.
Temiamo che non arriverà alcuna strategia nazionale per convivere col Covid, ma sappiamo che a breve arriverà certamente un’altra intervista del Presidente del Consiglio. Per spirito di servizio, quindi, ma anche per l’esaurimento delle piattaforme a disposizione di Palazzo Chigi, a meno di un quarto e di un quinto giro con gli stessi giornali di sempre, ci permettiamo di girare a Rocco Casalino una serie di domande da sottoporre al presidente Conte.
- Che cosa avete fatto o state facendo per esaminare la positività o la negatività al virus dei cittadini italiani?
- Che cosa avete fatto o state facendo per testare l’immunità dei cittadini italiani?
- Che cosa avete fatto o state facendo per separare chi è negativo, chi è guarito o chi è immune da chi è positivo, in modo da consentire ai primi di riprendere a vivere e agli altri di curarsi senza infettare i familiari, i colleghi o i passanti?
- Perché non avete imposto a livello nazionale il modello del dottor Crisanti che in Veneto è riuscito a contenere l’epidemia?
- Quando sarà operativa l’app Immuni, che dati raccoglierà, chi gestirà le informazioni e per fare che cosa? E perché è stata scelta proprio questa, visto che gli esperti nominati dal governo avevano proposto di seguire un’altra strada?
- Le mascherine e i guanti sono introvabili e l’idea di fissare il prezzo ha ulteriormente complicato le cose: c’è un piano per distribuirle ai cittadini, agli uffici pubblici e alle aziende private?
- Il Mes ci presterebbe fino a 36 miliardi a interesse quasi zero e senza nessuna condizione se non quella di spenderli per l’emergenza sanitaria. Invece di far finta che non sia così, come prova a dire in tutte le sue interviste, perché non ci dice se avete preparato un piano strategico per ristrutturare la sanità nazionale, ora che ci sono a disposizione 36 miliardi di euro, e per fare che cosa?
- Via Casalino ha fatto sapere ai giornali che «attivare il fondo salva-Stati oggi vorrebbe dire spaccare il M5S», questo per caso significa che una mobilitazione nazionale per ristrutturare la sanità italiana finanziata dai miliardi che il Mes ci presta a interessi zero per lei è meno importante di un possibile post di rimprovero su Facebook firmato da Alessandro Di Battista?
- Preferisce produrre centinaia di milioni di tamponi e di reagenti finanziati dal Mes oppure ascoltare il parere di Vito Crimi? A quanti stipendi di medici, operatori sanitari, analisti di laboratorio finanziati dal Mes è disposto a rinunciare pur di non infastidire Luigi Di Maio?
- Nell’ultimo decreto, il governo ha prolungato lo stato d’emergenza fino al gennaio 2021, nonostante domenica al Corriere lei abbia detto che «quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena»: ci dice qual è il piano nazionale studiato e messo in atto per evitare che la possibile seconda ondata del virus in autunno possa essere devastante quanto la prima?
PS
Caro Presidente, caro Casalino, sappiamo tutti che non avete nessun piano, che guardate soltanto i sondaggi quotidiani e che fate oggi solo quello che domani pensate possa farvi aumentare il consenso, ma facciamo finta che non sia così e rispondeteci lo stesso. Grazie.