Ministro Trenta: missioni internazionali indispensabili per pace
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L’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta è ancora una volta al centro di una bufera politica. E ancora una volta l’attenzione si concentra sul marito, ufficiale dell’Esercito con il grado di maggiore Claudio Passarelli.
Sotto la lente l’alloggio di servizio di cui ancora dispone
Il Corriere della Sera ha lanciato il sasso: la pentastellata vive ancora nell’alloggio “di servizio” che le era stato assegnato quando era al governo. Lei non ci sta. La casa, spiega, è stata riassegnata al marito, militare. Ne ho pieno diritto, non violo alcuna regola, è il messaggio. «Quando ho lasciato l’incarico – sottolinea in un post pubblicato su Facebook – avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l’appartamento; termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019). Come è noto – osserva ancora Trenta – mio marito è ufficiale dell’Esercito Italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l’assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato, è stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo
la medesima procedura».
L’ex ministro: «Casa assegnata a mio marito. Non me ne vado»
«Ormai la casa è stata assegnata a mio marito e in maniera regolare. Per quale motivo dovrebbe lasciarla?», si chiede ancora in un’intervista al Corriere. Trenta mette in evidenza che quando è diventata ministra, suo «marito è stato demansionato. Ora ha di nuovo i requisiti. E comunque noi prima facevamo una vita completamente diversa» e «anche adesso continuo ad avere una vita diversa, è una vita di relazioni, di incontri». Poi aggiunge: «Non credo proprio che si tratti di un privilegio perché io l’appartamento lo pago e lo pago pure abbastanza». La pentastellata pensa di essere sotto attacco: «Due giorni fa è stato pubblicato un documento riservato con il mio test attitudinale per l’Aise, l’agenzia dei servizi segreti. Poi è saltata fuori la storia della casa: è un attacco al presidente Conte? All’Aise, al Movimento? Alla Link Campus, dove sono tornata a lavorare?».
Di Maio: inaccettabile che l’ex ministro mantenga la casa
Una posizione, la sua, che non convince: tutti, maggioranza e opposizione, le chiedono di lasciare l’appartamento. L’opposizione allarga lo spettro dell’invettiva ai privilegi dei moralisti grillini. Il Pd, forza politica che assieme a M5S sostiene il Conte due, chiede di chiarire subito. Anche Luigi Di Maio, leader politico M5S, chiede a Trenta di lasciare la casa: «Questa cosa dal mio punto di vista non è accettabile – sottolinea in un’intervista a Rtl -, ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci e se il marito in quanto militare ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi».
La decisione sul marito presa «per questioni di opportunità»
Non è la prima volta che Trenta finisce sotto la lente. E non è la prima volta che l’attenzione si concentra sul legame tra lei, responsabile della Difesa, e il consorte, capitano dell’Esercito. Quando viene nominata ministro della Difesa nel Conte 1, l’esecutivo sostenuto da M5S e Lega, viene messo in evidenza da stampa e opposizione il conflitto d’interessi legato al ruolo ricoperto dal marito, in servizio nella strategica Direzione nazionale degli armamenti, la struttura della Difesa che gestisce contratti e acquisti milionari. La polemica si accende a tal punto che la ministra decide «per questioni di opportunità» che il consorte-ufficiale venga spostato dall’incarico di capo della segreteria del vice direttore nazionale degli armamenti all’ufficio Affari Generali.
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