L’esecutivo ha deciso di agire subito inserendo lo spostamento nel decreto in preparazione in queste ore sulle misure sanitarie ed economiche per fronteggiare l’emergenza coronavirus
di Emilia Patta
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Tutto rimandato all’autunno, a data da destinarsi: elezioni regionali (si deve rinnovare il Consiglio regionale ed eleggere il presidente in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle d’Aosta), elezioni del sindaco in oltre mille Comuni, referendum confermativo sulla riforma costituzionale che taglia di oltre un terzo il numero dei parlamentari. Se il Paese intero si ferma, si ferma anche la politica con una sorta di “sospensione” della democrazia senza precedenti nella storia repubblicana.
Slittamento di tutte le consultazioni nel Dl sul coronavirus
La decisione era nell’aria e data per scontata nei Palazzi già da qualche giorno. Ma il Governo – proprio mentre in Francia il presidente Emmanuel Macron ha confermato il turno delle comunali di questa domenica (i ballottaggi si terranno fra quindici giorni, quando la situazione sanitaria del Paese transalpino potrebbe essere ben più grave) – ha deciso di agire subito inserendo lo spostamento nel decreto in preparazione in queste ore sulle misure sanitarie ed economiche per fronteggiare l’emergenza coronavirus: i mandati delle regioni in scadenza entro il 31 luglio 2020 durano in carica altri tre mesi; mentre le elezioni comunali, in deroga a quanto stabilisce la legge 7/1991 che fissa il termine tra il 15 aprile e il 15 giugno, si terranno in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 settembre.
Verso l’accorpamento tra ottobre e novembre
Questo significa, come spiega il deputato del Pd e costituzionalista Stefano Ceccanti, che la decisione della data del probabile election day sarà decisa entro settembre rendendo possibile l’accorpamento di regionali e comunali: «La finestra 15 ottobre-15 dicembre sembra ragionevole perché consente alle forze politiche di presentare liste nella prima parte di settembre evitando agosto, che sfavorirebbe soprattutto le forze meno organizzate».
Ipotesi referendum a dicembre: legislatura blindata
Per il referendum confermativo, inizialmente fissato al 29 marzo e poi prorogato sine die, viene prorogato il termine entro il quale è indetto: entro duecentoquaranta giorni dalla comunicazione dell’ordinanza che lo ha emesso. Essendo l’ordinanza di fine gennaio, il termine scadrà dunque a settembre: la data andrà poi fissata tra i 50 e i 70 giorni successivi. Il Governo lascia così aperte due strade: quella di un possibile accorpamento con regionali e amministrative ma anche quella di una consultazione a parte più avanti, entro fine anno.
Il rinvio delle regionali favorisce la strategia del Pd
La “sospensione” delle amministrative fa intanto tirare un respiro di sollievo, per quanto sia possibile in queste ore difficili per tutti, a Largo del Nazareno. A fronte di un M5s in crisi e alla ricerca di una linea chiara di alleanze per le elezioni locali – con l’ala dimaiana che spinge ancora per una improbabile “terza via” tra destra e sinistra e l’ala contiana che spinge per un’alleanza strutturale con i democratici rafforzando l’asse governativo – il Pd rischiava di dover difendere da Salvini da solo, a mani nude, le regioni governate (Toscana, Marche, Campania e Puglia). Uno spiraglio di accordo si è infatti aperto nelle scorse settimane solo nella Liguria amministrata dal forzista Giovanni Toti attorno all’ipotesi di un candidato civico condiviso. Ora ci sarà più tempo per rafforzare anche a livello locale l’alleanza di governo – è quello che spera il Pd – anche in considerazione del fatto che la gestione dell’emergenza potrebbe infine rafforzare la figura del premier Giuseppe Conte e la linea dell’asse con il Pd dentro il M5s.
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