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Anpal, la maggioranza contro Parisi sulle spese da 166mila euro

 

I rimborsi chiesti dal presidente di Anpal Mimmo Parisi, che in un anno ha speso 166mila euro tra voli, alloggio e autista personale, – di cui Linkiesta ha dato notizia – sono finiti in questi giorni nelle interrogazioni di tutte forze di maggioranza. Pd, LeU e Italia Viva hanno chiesto alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo di fare chiarezza sulle spese del 2019 presentate dal «padre dei navigator» e sul rinnovo della sua aspettativa dalla Mississippi State University, che non risulta ancora confermato.

Il Partito democratico ha presentato le sue interrogazioni in commissione Lavoro sia alla Camera sia al Senato, entrando nel dettaglio delle spese descritte da Linkiesta (sulla base del bilancio preconsutivo Anpal 2019) e chiedendo conto del nuovo regolamento di Anpal che Parisi stesso ha scritto e approvato e che – rispetto a quello precedente – aggiunge per il presidente la possibilità di viaggiare in business class. «Nei 12 mesi trascorsi dalla sua nomina, anche in qualità di Presidente di Anpal Sevizi S.p.A. (Parisi, ndr) avrebbe speso circa 71.000 di euro per voli in business class fra l’Italia e gli Stati Uniti, nonché, in virtù di recenti modifiche ai regolamenti aziendali, spese per 55.000 euro per noleggio con conducente e 32.400 euro di affitto per una casa nel centro di Roma». Rimborsi che, scrivono, «a differenza di quanto avvenuto per il suo predecessore, non risultano rendicontate sul sito dell’Anpal». L’interrogazione, presentata da Chiara Gribaudo per la Camera e Tommaso Nannicini per il Senato, è stata sottoscritta da tutti i componenti Dem delle Commissioni Lavoro.

I parlamentari del Pd fanno notare anche la differenza con le spese del predecessore di Parisi, che per il 2016 e 2017 ammontavano a poco più di 4mila euro. E chiedono poi chiarimenti sulla aspettativa del professore dalla Mississippi State University. Parisi, scrivono, «ha dichiarato di aver chiesto alla Mississippi State University (MSU) un anno di aspettativa, in scadenza nel mese di marzo 2020; al momento non risulta essergli stata rinnovata l’aspettativa per almeno altri 12 mesi; tale aspettativa, peraltro, non risulta nemmeno per gli ultimi 12 mesi sui siti della MSU e del centro di ricerca NSPARC, dai quali il professor Parisi non risulta on leave». Secondo lo statuto, il ruolo di presidente di Anpal – l’agenzia che dovrebbe occuparsi della ricerca di un lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza – risulta incompatibile con altri incarichi. Da qui la necessità di ottenere l’aspettativa.

Un’interrogazione sulle spese di Parisi e lo stallo sulla stabilizzazione dei precari di Anpal è stata presentata alla Camera anche dai deputati di LeU Stefano Fassina e Nicola Fratoianni, che sottolineano come «nel corso del suo anno di attività (Parisi, ndr) avrebbe sostenuto spese pari a 166mila euro per voli mensili verso il Mississippi, per l’alloggio a Roma e per l’autista personale. Un’ingente quantità di risorse integrative alla propria retribuzione», sottolineando poi che «il Prof. Parisi, allo scopo di sostenere le proprie spese, abbia approvato unilateralmente un regolamento aziendale di Anpal Servizi dopo la bocciatura di questo atto da parte del cda di Anpal».

A Montecitorio si è fatta sentire anche Italia Viva: la deputata Maria Chiara Gadda ha annunciato una interrogazione, ancora in fase di pubblicazione. Alle 166mila euro di rimborsi spese, ha sottolineato la parlamentare su Facebook, «si sommano i 179mila euro di retribuzione, per un totale di 345mila euro, una cifra molto superiore al tetto da 240mila euro introdotto per tutti i dirigenti pubblici dal Governo Renzi. Il ministero è informato di queste spese? Le ha autorizzate?». Al Senato, invece, Italia Viva aveva già presentato una interrogazione sul lavoro di Parisi a novembre, a firma di Annamaria Parente, senza mai ricevere risposta dalla ministra Catalafo. «Solleciterò ancora una volta una risposta», fa sapere la senatrice. Ma a questo punto, per le spese di Parisi, a fronte di un regolamento approvato da lui stesso, potrebbe ipotizzarsi anche un intervento della Corte dei Conti.

 

 

 

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