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>>>ANSA/ Boris Johnson terremota il governo, ora è più rosa

(Aggiorna e sostituisce servizio delle 19,29)
(di Alessandro Logroscino) (ANSA) – LONDRA, 15 SET – Terremoto nel governo Tory
britannico di Boris Johnson, che ha giocato oggi la carta di un
mega rimpasto per cercare di rilanciarsi di fronte alle nuove
incognite sanitarie, economiche e sociali che il Regno Unito si
appresta ad affrontare nei prossimi mesi. E ai segnali di
affanno mostrati dagli ultimi sondaggi.
    L’operazione facce nuove (o seminuove) si è consumata più o
meno nei tempi previsti dai media e in barba alle mezze smentite
ufficiali di una settimana fa; ma in una dimensione ancor più
ampia rispetto alle attese. Con non pochi siluramenti in tronco
e la retrocessione di Dominic Raab dagli Esteri alla Giustizia
(seppure compensata dall’ascesa da numero 2 de facto a
vicepremier de jure della compagine, carica vacante da anni nel
Paese). Oltre che con un rafforzamento delle quote rosa segnato
– alla testa di due dicasteri chiave – dalla conferma della
controversa Priti Patel all’Home Office (Interni) e dalla
promozione di Liz Truss dal Commercio Internazionale al Foreign
Office al posto di Raab: seconda donna a diventare capo della
diplomazia di Sua Maestà in assoluto dopo l’effimera esperienza
della laburista Margaret Becket fra il 2006 e il 2007 sotto Tony
Blair.
    L’impostazione ideologica dell’esecutivo non appare destinata
in effetti a cambiare granché in un Paese nel quale il Pil è
tornato a crescere di buona lena, ma non senza ombre che vanno
dalle incertezze sui piani invernali anti Covid all’impatto
delle restrizioni revocate e della scommessa vaccinale sul già
pesante bilancio di morti per pandemia, dalle polemiche
sull’incremento delle tasse per finanziare sanità e welfare ai
tagli del meccanismo assistenziale dell’Universal Credit. A
testimoniarlo contribuisce proprio l’immagine delle due donne
forti emergenti del team: Patel e Truss (a cui resta affidato
pure il portafogli delle Pari Opportunità, annesso per la prima
volta agli Esteri), entrambe in fama di falco e di storiche
pretoriane della Brexit. Mentre Raab, brexiteer liberale, si
dovrà accontentare della poltrona di vice, associata a quella di
ministro della Giustizia e Lord Chancellor, dopo essere finito
nell’occhio del ciclone per la gestione del ritiro
dall’Afghanistan e per essere stato sorpreso dalla caduta di
Kabul in mano ai Talebani mentre si trovava in vacanza al mare a
Creta.
    Fra le altre caselle di rilievo, BoJo ha mantenuto forse
obtorto collo nel ruolo di cancelliere dello Scacchiere, con
ampi poteri sul Tesoro, sulle Finanze e sui cordoni della borsa
del governo, il 40enne rampante Rishi Sunak (d’origine indiana
proprio come Patel in un collettivo che rimane a forte impronta
multietnica): una figura gradita all’establishment e che
qualcuno ritiene possa provare prima o poi a fargli le scarpe al
numero 10 di Downing Street. Mentre ha fatto cadere le testa di
Gavin Williamson, rimosso dal vertice dell’Istruzione dopo le
tante critiche ricevute su scuola e pandemia e sostituito da
Nadhim Zahawi (radici curdo-irachene), promosso per aver
coordinato con grande successo la campagna sui vaccini da
viceministro ad hoc. Fuori pure il moderato Robert Buckland,
caduto alla Giustizia per risultati giudicati insufficienti
sulla riforma carceraria; e il chiacchierato Robert Jenrick,
sfiorato da qualche scandalo come ministro delle Aree Urbane e
degli Enti Locali, pure centrale sul fronte dell’emergenza
Covid.
    Ad ereditare le competenze di Jenrick sarà Michael Gove,
dottor sottile delle parrocchia Tory e coprotagonista con
Johnson della campagna referendaria per il divorzio dall’Ue del
2016, la cui stella torna a brillare dopo il tradimento inflitto
allo stesso Boris 5 anni fa e la mezza pace successiva. Per il
resto vanno segnalate le conferme di Sajid Javid alla Sanità, di
Ben Wallace alla Difesa, di Jacob Rees-Mogg a Leader of the
House ai Comuni, di Suella Braverman come Attorney General e il
salto d’un altro brexiteer doc, Steve Barclay, da numero due del
Tesoro a cancelliere del Ducato di Lancaster e ministro
dell’Ufficio di Gabinetto. Nonché l’ascesa ancora di due donne,
Anne-Marie Trevelyan, che rimpiazza Truss al Commercio Estero,
e Nadine Dorries, reduce come Johnson da un drammatico contagio
Covid nella primavera del 2020, proiettata da sottosegretaria
alla Sanità a ministra della Cultura, dei Media e dello Sport al
posto di Oliver Dowden (che va alla presidenza del Partito
Conservatore).
    La squadra “che ho nominato oggi – ha proclamato il premier
su Twitter a pratica conclusa – lavorerà senza risparmio per
unire e rendere più equo il Paese. Vogliamo ricostruirlo in
meglio dopo la pandemia e attuare le nostre priorità. Ora tutti
all’opera”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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