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Aspettando Rousseau: tutte le incognite del voto M5S

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Tutto torna. Luigi Di Maio torna a fare la voce grossa raddoppiando da dieci a venti i punti programmatici irrinunciabili per il M5S nella trattativa con il Pd e rievocando le urne: «Se entreranno nel programma di Governo si potrà partire, altrimenti meglio il voto». Passa neanche un’ora e sul blog delle Stelle compare un post dal titolo inequivocabile: «Rousseau conta». «I gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle – si spiega – hanno un ruolo importante e stanno lavorando intensamente in questi giorni per definire un possibile programma di Governo, nell’esclusivo interesse degli italiani, poi la parola passerà agli iscritti certificati della piattaforma».

È vitale per il Movimento arrivare all’appuntamento recuperando il più possibile terreno sui temi identitari per far accettare alla base in fermento l’intesa con il Pd. Da qui discendono anche i toni inaspettatamente duri del discorso di Di Maio di oggi dopo le consultazioni con il premier incaricato Giuseppe Conte a Montecitorio. Il programma che andrà messo ai voti – è la tesi – dovrà essere il più possibile appetibile per tradursi in una via libera.

GUARDA IL VIDEO – Consultazioni, Di Maio: «Nostri punti nel programma di governo o meglio il voto»

In queste ore i vertici del Movimento studiano forme e tempi del quesito da sottoporre ai 100mila iscritti alla piattaforma gestita da Davide Casaleggio, sanzionata due volte dal Garante della privacy per vulnerabilità, opacità e insufficiente tutela dei dati personali. La data della consultazione, che tante polemiche ha suscitato per il suo intervenire a gamba tesa nel procedimento istituzionale di formazione del nuovo Esecutivo, è la prima delle incognite: si ipotizza di chiamare la base a raccolta all’inizio della prossima settimana, tra lunedì e martedì, comunque a ridosso del ritorno al Colle di Conte per sciogliere la riserva.

Nel Movimento non mancano le voci scettiche sull’esito del voto. Tra i più critici sulla scelta di formare una nuova maggioranza con l’ex odiatissimo Pd qualcuno, a taccuini chiusi, si spinge a sostenere che la bocciatura è dietro l’angolo. Troppo veloce la svolta dopo 14 mesi di Governo con la Lega, troppe ancora le scorie dei rapporti burrascosi con quello che fino a poche settimane fa i Cinque Stelle bollavano come «il partito di Bibbiano» (al punto che Alessandro Di Battista ha annunciato un libro sulla vicenda).

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