«Non è vero che io chiamo e il ministro dell’Interno Salvini non risponde, come ho letto, ma è vero che Salvini non vuol fare il vertice di Governo che io chiedo da un mese». A dirlo è il vicepremier Luigi Di Maio, in conferenza stampa al Senato sull’emendamento al Ddl Calabria per introdurre criteri meritocratici nelle nomine dei direttori generali della Sanità. «Dobbiamo fare l’autonomia, il salario minimo orario, la flat tax, la norma sulla trasparenza delle nomine in sanità, il taglio degli stipendi ai parlamentari, la legge sul conflitto di interesse», elenca il capo politico M5S, «ma serve un vertice di governo per dirimere i nodi, come abbiamo sempre fatto».
Autonomia: «Fermi perchè Lega offesa per Siri»
«Se oggi si va a rilento su alcuni dossier – precisa poi Di Maio – la Lega deve chiedere conto a se stessa e non a noi. Non ci si può aspettare di essere al Governo con il Movimento 5 Stelle e poi chiederci di chiudere un occhio sulla corruzione, che è la vera emergenza nazionale a partire dalla sanità, perché questo non lo faremo mai». Uno dei fronti caldi del rapporto con l’alleato di governo è l’autonomia delle regioni, su cui, incalza Di Maio, «sto chiedendo da un mese un vertice di governo, ma dopo la richiesta di dimissioni di Siri il capo della Lega l’ha presa sul personale».Poi mette in guardia il Carroccio sul rispetto del contratto di governo. La Lega – chiede Di Maio – «si impegni fin da stasera a votare questo emendamento che è anche la premessa al nostro via libera alle autonomie regionali, che sono nel contratto di Governo così come la trasparenza nelle nomine in Sanità».
Di Maio: «Italia in piena emergenza corruzione»
Presentando l’emendamento per lo stop immediato delle nomine politiche in sanità che verrà votato oggi in commissione Affari sociali alla Camera Di Maio (affiancato dalla ministra pentastellata all Sanità Giulia Grillo) descrive un’Italia «in piena emergenza corruzione». Nel giro di due settimane, attacca, « ci sono state 5 regioni sotto inchiesta per corruzione e nella maggior parte dei casi per scandali legati alla Sanità. Ma se riguarda la sanità riguarda la vita delle persone, dei genitori e dei figli».
La replica di Salvini: «Troppa sintonia tra Pd e M5S»
La replica della Lega a Di Maio non si fa attendere, con toni diversi: da quelli tranquillizzanti del sottosegretario Giancarlo Giorgetti («vertice di Governo opportuno prima del Consiglio dei ministri del 20 maggio») a quelli irritati del leader Salvini. «Sono mesi che discutiamo di autonomia. Se uno ha cambiato idea, vuole perdere tempo, lo dica. Non solo ai veneti, ai lombardi, ma a tutti gli italiani», attacca il vicepremier a stretto giro, parlando a margine dell’inaugurazione della sede di Verona di Cdp. Respinto al mittente anche l’allarme sull’emergenza corruzione: «Per me – chiarisce Salvini l’emergenza è la riduzione delle tasse e l’autonomia permette di spendere meno e spendere meglio. Poi ognuno può avere le sue priorità. Io per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 stelle». I molti no incassati negli ultimi mesi dall’alleato di governo innervosiscono il vicepremier della Lega al punto farlo sottolineare la «troppa sintonia» maturata tra Pd e M5S. Io, spiega, «per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 Stelle», ma «inizio a notare troppi accoppiamenti fra Pd e 5 Stelle, troppa sintonia: no alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti – aggiunge – . Mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il Pd o con gli italiani e la Lega rispettando il patto».
Rimpatri, verso emendamento M5S a Dl sicurezza bis
Il caso Siri, ma non solo. In conferenza stampa, il leader M5S e ministro del Lavoro punzecchia Salvini anche sul decreto sicurezza bis, in cantiere al Viminale. Al momento, il testo non dice nulla sui rimpatri dei migranti nei paesi d’origine, che secondo il Movimento 5 Stelle vanno a rilento per colpa del ministro dell’Interno. Noi, assicura Di Maio, « vogliamo favorire con delle norme e degli stanziamenti economici gli accordi di cooperazione allo sviluppo con i Paesi di provenienza di queste persone per poter attuare i rimpatri. Se poi vogliamo parlare degli sbarchi, mi risulta dalle parole dello stesso Salvini che si sono praticamente azzerati e che li stiamo redistribuendo in tutti i Paesi europei. Faremo quindi le nostre proposte in quel decreto in tema di rimpatri», conclude Di Maio.
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