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“Bastardi contro stronzi”, ecco come Più Europa scende in campo per salvare la Puglia da Emiliano

L’ipotesi che in Puglia una coalizione liberale e riformatrice composta da Più Europa, Italia Viva e Azione (ed estendibile ad altri) presenti una propria candidatura alternativa tanto al presidente uscente Michele Emiliano che al candidato di destra Raffaele Fitto è stata immediatamente etichettata da alcuni esponenti del PD come un “favore a Salvini”, da scongiurare in nome di una evocata unità contro il pericolo sovranista. Ma può questo pericolo giustificare il sostegno a qualsiasi candidatura a presidente, persino a quella di un governatore che ha fallito clamorosamente la prova dell’amministrazione regionale e che ha danneggiato con le sue scelte, le sue inazioni e le sue prese di posizione la Puglia, il Mezzogiorno e l’intera economia nazionale?

Per anni Michele Emiliano ha negato l’esistenza del problema xylella, opponendosi all’abbattimento di poche centinaia di ulivi, evocando complotti e minacciando barricate, salvo dover poi gridare all’emergenza nazionale quando il batterio ha iniziato a dilagare. La sua opposizione al Tap e la sua posizione ambigua nel dossier Ilva rappresentano l’emblema di una politica ostile tanto all’innovazione che al governo della complessità, due elementi che spaventano e fanno scappare a gambe levate gli investitori internazionali dal nostro Paese (e soprattutto dal nostro Sud). La testardaggine con cui nel 2016 si gettò anima e corpo nella guerra santa contro le estrazioni di gas naturale nel mare Adriatico (cioè contro il lavoro italiano e gli interessi nazionali), con quell’insensato e dannoso referendum sulle trivelle, è forse la cifra più autentica di un politico tanto istrionico quanto populista, un simbolo di quella politica Nimby e antiscientista che noi consideriamo pericolosa quanto il sovranismo.

Usare Salvini come spauracchio per giustificare la difesa di uno status quo nefasto non serve a molto, anzi banalizza la portata del rischio nazionalista, anti-europeo e filo-russo incarnato dal leader leghista: se tanta è l’attrazione che il suo messaggio (e quello della Meloni) esercitano sull’elettorato, davvero l’alternativa è il populismo del No-a-tutto di Emiliano? Noi riteniamo che la sfida sia quella di opporre alle ricette sovraniste un programma e un modello di governo orientato alla creazione di lavoro e prospettive di crescita e benessere per i cittadini italiani, quelli pugliesi nel caso di specie. C’è un pregiudizio verso il Mezzogiorno nell’atteggiamento rinunciatario di un certo Pd rispetto a Emiliano: l’idea che al Sud servono i modelli Emiliano perché “così è”, “così si fa”, “non c’è altro da fare”. È come con la xylella: la negazione e poi la rimozione psicologica del problema fino all’esplosione dell’emergenza. Noi di Più Europa (che alle scorse elezioni europee in Puglia abbiamo raccolto il 5 per cento, anche grazie a candidati che oggi sono a disagio per il nostro strappo) pensiamo che il costo di tagliare qualche albero sia accettabile vista la partita in gioco, che è la qualità della politica e del governo in Italia.

Quel che accadrà in Puglia (se accadrà) potrebbe non essere poi un caso isolato: se si sperimenta nel tacco d’Italia la nascita di un campo liberal-democratico, europeista e riformatore, esso può prendere forma e sostanza in altre regioni e a livello nazionale. Non mancano le differenze tra le forze che dialogano per questa alleanza dei bastardi contro gli stronzi (il governo Conte-bis è per noi di Più Europa un Emiliano al cubo…) e occorre l’ambizione di trovare volti e proposte all’altezza della situazione, ma rinunciarvi perché altrimenti vince Salvini è un argomento che ribaltiamo con la saggezza popolare: l’alternativa alla padella non può essere la brace.

https://www.linkiesta.it/it/article/2020/01/18/piu-europa-elezioni-puglia-candidato-emiliano/45101/

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