“Non soltanto gli investimenti richiesti dal Ministero della Giustizia, ma l’intero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà scrutinato tenendo conto della capacità di affrontare con riforme normative, investimenti e misure organizzative, i problemi del processo civile e penale e di apprestare un’efficace prevenzione della corruzione”.E’ uno dei passaggi più significativi della Relazione sullo stato della Giustizia che il ministro Alfonso Bonafede ha trasmesso ieri sera alle Camere. Relazione sulla quale, dopo le dimissioni di Conte, non ci sarà alcun voto in Parlamento, ma che era stata considerata un possibile ‘momento di verità’ per la tenuta dell’Esecutivo visto che in molti, a cominciare da Italia Viva, avevano annunciato voto contrario.
– RIFORME E RECOVERY – “La confidence delle istituzioni europee verso le prospettive di rilancio del nostro Paese è dunque fortemente condizionata dall’approvazione di riforme e investimenti efficaci nel settore della giustizia” sottolinea ancora Bonafede. “Non può del resto sfuggire come qualsiasi progetto di investimento – anche estraneo al settore giustizia strettamente inteso – per essere reputato credibile dev’essere immunizzato dal rischio che un lungo contenzioso giudiziario ne ostacoli la realizzazione entro le scadenze stabilite dal Regolamento Next Generation EU “, prosegue il ministro, ricordando che “i progetti di riforma del processo penale, del processo civile e dell’ordinamento giudiziario, approvati dal Consiglio dei Ministri nell’anno 2019 e nel 2020, sono attualmente all’esame del Parlamento”.Si tratta “di misure elaborate prima della pandemia, della crisi economica e sociale che ne è conseguita e, dunque, prima che si aprissero le prospettive di ripresa incarnate dal Next Generation EU”.
“Dei circa 3 miliardi di euro attribuiti dalla bozza di PNRR trasmessa al Parlamento al settore della giustizia, 2,3 miliardi sono destinati ad assunzioni a tempo determinato dedicate in larga parte al rafforzamento e alla riqualificazione dell’Ufficio per il processo“. Ufficio che “potrà ora essere alimentato da 16.000 addetti con contratto a tempo determinato e da 2.000 magistrati onorari aggregati. Lo sottolinea ancora il ministro Bonafede, nella relazione in cui spiega che l’obiettivo è “assorbire, nell’orizzonte previsto (2026), l’arretrato che rappresenta il principale fattore di rallentamento dei processi e l’ostacolo pratico all’attuazione del diritto alla ragionevole durata”. Altri 4.200 operatori a tempo determinato saranno chiamati a rafforzare la capacità amministrativa del sistema. E un contingente di 100 magistrati onorari ausiliari supporterà la sezione tributaria della Corte di Cassazione, “che è gravata da un numero di pendenze superiore al dato globale di tutte le altre sezioni civili della Corte di legittimità”.
– PROCEDIMENTI IN CORSO – Nel corso dell’ultimo anno il numero complessivo di procedimenti penali pendenti presso gli Uffici giudiziari è rimasto stabile, attestandosi a 2.676.750 procedimenti alla data del 30 settembre 2020. Il dato è contenuto sempre nella Relazione del Guardasigilli. Nei primi nove mesi del 2020, in relazione con il rallentamento delle attività dovuto alla pandemia, il totale dei procedimenti penali pendenti presso gli uffici giudicanti è cresciuto del 4,3%. Nello stesso periodo si è, invece, ridotto il numero di procedimenti pendenti dinanzi agli uffici requirenti (-2,7%). Rispetto all’anno precedente a un generalizzato calo del numero delle nuove iscrizioni (-11,71% sul totale), corrisponde un altrettanto generale calo delle definizioni (pari al -16,40%). Globalmente, si registra un aumento delle pendenze pari all’1,51%.
– PROCURE – Per quanto riguarda le Procure il trend delle definizioni, fortemente influenzato dalla situazione pandemica, evidenzia una generalizzata riduzione pari, rispettivamente, al 17,59% per i reati di competenza della DDA, al 10,74% per i reati ordinari e al 17,29% per i reati di competenza del giudice di pace.
– TRIBUNALE – Per gli uffici di Tribunale, nel complesso, l’anno giudiziario 2019/2020, rispetto al precedente, evidenzia una diminuzione delle iscrizioni (in calo del 14,35%) e delle definizioni (in calo del 19,43%).
– CORTE DI CASSAZIONE – Stesso discorso per la Corte di Cassazione (diminuite iscrizioni e definizioni, rispettivamente nella misura del 18,62% e del 28,78%). E per le Corti di Appello: ad un calo delle iscrizioni pari al 15,79% corrisponde una riduzione delle definizioni nella misura del 25,08%.
– CARCERI – Al 31 dicembre del 2020, erano presenti 53.364 detenuti nelle carceri, oltre 7mila in meno in rapporto con l’anno precedente (60.769). Rispetto alla totalità della popolazione carceraria, gli stranieri sono 17.344, gli uomini 51.109, le donne 2.255. I condannati in via definitiva sono 36.183, i detenuti in attesa di giudizio sono 8.655, gli appellanti 4.078 e i ricorrenti 3.065. Tre sono gli internati.
Fonte Ansa.it