A una settimana dal via libera “salvo intese”, dopo un intenso “round” di incontri e un vertice di maggioranza lungo oltre due ore e mezza, arriva l’accordo sul decreto fiscale: sul crinale della rottura, arriva una intesa di massima su nodi ancora aperti, dal carcere agli evasori al tetto al contante e le multe per chi non faccia pagare con pos. Restano divergenze sulla stretta alla flat tax per le partite Iva
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A una settimana dal via libera “salvo intese”, dopo un intenso “round” di incontri e un vertice di maggioranza lungo oltre due ore e mezza, arriva l’accordo sul decreto fiscale. Non è la parola fine alle discussioni nella maggioranza, sia perché alcuni aspetti – in particolare sulle partite Iva – sono da definire, sia perché «non è ancora chiusa» la legge di bilancio. Ma sul crinale della rottura, arriva una intesa di massima su nodi ancora aperti, dal carcere agli evasori al tetto al contante e le multe per chi non faccia pagare con pos. Restano divergenze sulla stretta alla flat tax per le partite Iva.
Arriva una novità anche per il “Superbonus della Befana” fortemente voluto dal premier: come previsto, arriverà a gennaio 2021 ma premierà solo le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020. Le risorse a disposizione – spiegano da Palazzo Chigi – restano 3 miliardi, che si tradurrebbero in un bonus tra i 300 e i 500 euro per le spese dal parrucchiere e l’estetista, ma anche da meccanico ed elettrauto, elettricista, idraulico, ristorante.
È in nome della responsabilità e della necessità di non perpetuare lo schema di una maggioranza litigiosa, che Giuseppe Conte mette attorno al tavolo gli alleati di governo dopo un fine settimana di scontri durissimi. Il premier sigla una tregua con Luigi Di Maio. Poi in serata, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, incontra una a una le delegazioni di
maggioranza, prima del lungo vertice serale, che fa slittare alle 23.30 il Consiglio dei ministri sul decreto terremoto che era previsto alle 19. Dal Pd e da Leu emerge insofferenza sia per i modi in cui i Cinque stelle hanno rimesso in discussione quanto fatto la scorsa settimana in Cdm, sia perché – sottolinea Federico Fornaro – «le norme dovrebbero essere di tutti e non di un singolo partito».
Ma alla fine esultano i Cinque stelle, che ottengono le modifiche chieste al testo: «Il M5s non molla mai!», scrive Di Maio su Facebook. L’intesa, dunque. Slittano a luglio 2020 sia l’abbassamento del tetto al contante (che non piace a Iv e a parte del M5s) sia le multe per chi non faccia pagare con pos, nell’attesa di un accordo sul calo dei costi delle commissioni delle carte di credito. C’è l’intesa anche sull’inasprimento del carcere per gli evasori e sulla confisca per sproporzione, sul modello di quella che si applica ai mafiosi.
Il ministro Alfonso Bonafede annuncia che si passerà «da un minimo di 4 anni a un massimo di otto anni» di carcere per i grandi evasori partendo da una «somma evasa di 100mila euro». La stretta entrerà subito nel testo del decreto fiscale ma con la postilla che le nuove norme entreranno in vigore non subito, ma solo dopo il via libera finale al decreto. Si garantirà così sia la certezza della pena, sia – come sottolinea Dario Franceschini – che «il Parlamento potrà approfondire tutti gli effetti e le conseguenze». Insomma, ancora ampio spazio al confronto. Ma Bonafede assicura di non temere modifiche e Di Maio festeggia l’intesa sulla norma di bandiera del M5s: «Finalmente tocchiamo gli intoccabili!».
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