Sono temi centrali per il futuro dell’Italia, troppo spesso dimenticati in questi anni di crisi. E sono temi, peraltro, sui quali la convergenza tra Pd e Cinque Stelle già esiste. Entrambi rivendicano di essere il partito più ambientalista d’Italia. Entrambi dicono di aver a cuore donne e giovani. Entrambi dovrebbero – su questo proprio non ce la facciamo a essere indulgenti – avere l’ossessione per la scuola come motore da cui far ripartire tutto, dalla crescita economica all’inclusione, sino alla mobilità sociale. Entrambi hanno una tensione a cambiare il sistema di protezione sociale – dal salario minimo a un sussidio universale contro l’indigenza, si chiami esso reddito d’lnclusione o reddito di cittadinanza, cambia poco.
Fossimo in un mondo razionale, non ci vorrebbe molto a far nascere un nuovo governo e una nuova offerta politica incardinata su queste priorità. Volete togliere ossigeno a Salvini? Dovete parlate di ambiente, di donne, di giovani, di scuola e di povertà quanto lui parla di immigrazione, Europa e pensione, forse pure di più. E non c’è modo migliore di farlo che incardinare un’azione di governo seria e coraggiosa su questi temi. Se annuncerete un piano per azzerare la CO2 entro il 2050, o un piano straordinario di riqualificazione di tutti gli edifici italiani per ridurre i consumi di energia, o il tempo pieno nelle scuole per tutti, soprattutto al Sud, o l’abbattimento delle tasse sul lavoro, magari a partire da giovani e donne, o una nuova forma di sostegno al reddito e alla povertà che faccia sintesi degli esperimenti di entrambi, state tranquilli che le prime pagine saranno per quello, che le trasmissioni televisive parleranno di quello, che costringerete Salvini a parlare di quello.
Se la campagna elettorale iniziasse domani, invece, state pure certi che vi toccherà parlare di immigrazione, di Europa e di pensioni, come del resto è successo nell’inverno del 2018. E se si parla di immigrazione, di Europa e di pensioni l’esito è scontato. Ecco perché questo non è il momento dei veti sui nomi, dei rancori sugli insulti del passato, delle impuntature su questo o quel provvedimento. Questo è il momento di cambiare agenda al Paese. Se siete in grado di capirlo, e avrete il coraggio di farlo, cari Di Maio, Casaleggio, Renzi e Zingaretti – con o senza Boschi e Lotti, con o senza Toninelli e Bonafede – vi sarete guadagnati un futuro politico. Altrimenti, state solo ritardando di qualche settimana una lunga era dominata da Matteo Salvini. A voi la scelta.
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