A Venezia si andrà a votare tra un anno e mezzo. Il sindaco Brugnaro ha già dichiarato che intende ricandidarsi ma se vuole essere riconfermato non potrà fare a meno della Lega. Che a Venezia sta spopolando. E Zaia lo ha gentilmente avvisato…
“Caro Luigi, ti potrai ricandidare a sindaco di Venezia, ma….” Manca circa un anno e mezzo alla fine del mandato di Luigi Brugnaro a sindaco di Venezia, per la prima volta dopo più di mezzo secolo guidata da una coalizione di centro-destra. Anche se il primo cittadino, patron di Umana e “rigeneratore” della Reyer Basket con tanto di scudetto e Coppa, mai ha nascosto le sue simpatie verso quel Matteo Renzi che dal 4 dicembre scorso ha iniziato a vedere la sua discesa ripida in politica.
Quel ma..! Cosa significa? Nei giorni scorsi il sindaco-imprenditore sembra si sia incontrato con il presidente della Regione Luca Zaia da tempo l’uomo che in Veneto spopola per consensi e visibilità. Durante l’incontro Zaia ha messo i puntini sulle “i”: della serie “Caro Brugnaro senza la Lega non andrai lontano”. E visti i numeri (31 per cento) se Matteo Salvini dovesse proseguire nella su questo “tour” caratterizzato dai successi, nel 2020 la Lega farebbe sfracelli nella Venezia ormai un tempo “Rossa” visti anche i risultati alle politiche del 4 marzo scorso.
Brugnaro mai ha dimostrato simpatie per gli uomini (e donne) del Carroccio. Tanto che l’anno scorso lo volevano abbandonare, ma Matteo da Milano, li richiamò all’ordine: “Ragazzi non so se ci ricapiterà ancora di governare Venezia”. Visti i risultati di sette mesi fa sembra che la città lagunare sia seriamente orientata sempre di più verso la Lega. Il patron di Umana in coalizione amministra con Forza Italia, Lista Brugnaro, Area popolare, Progetto civico e Civica Boraso. Tra l’altro la lista “Fuscia” ideata e messa in campo dal sindaco a parte il buon risultato di tre anni fa poi si è rivelata un flop, un po’ come il Psiup anni ’70 (Partito scomparso in un solo pomeriggio). Gli azzurri sono ormai alla frutta, l’Ncd potrebbe partecipare alla trasmissione “Chi l’ha visto?” e così come il suo “mentore” l’ex senatore Mario Dalla Tor, re dei “Voltagabbana” ex segretario di Fi, il 4 marzo è stato candidato al parlamento con il Pd (e la Lorenzin) a Chioggia ed è stato brutalmente lasciato a casa. Ci sono poi delle civiche da prefisso telefonico. Ma c’è da chiedersi che fine faranno quei “cani sciolti” come l’ex presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, che ora siede al coordinamento regionale di Fi, ma che si è bruciata con le sue mani nel momento migliore della Lega? E da tempo i leghisti della bionda Francesca non ne vogliono nemmeno sentir parlare. Come se non bastasse, la bionda Francesca, che sta inanellando un insuccesso dietro l’altro, a casa sua a San Donà di Piave (dove ha amministrato per un decennio), nella primavera scorsa è entrata in consiglio comunale solo perché si è dimesso uno prima di lei. Zaccariotto fa parte della giunta Brugnaro, ma non può nemmeno fiatare. Altrimenti se ne torna in casa di riposo a Montebelluna, incoronata dirigente, da un altro dimenticato (per fortuna) della politica, vale a dire l’europarlamentare Remo “Coppertoni” Sernagiotto. Quel Remo che ha sì incoronato Francesca “Regina” a Montebelluna, ma in cambio ha avuto l’assunzione del genero Michele Basso (non riconfermato a Meolo sindaco nel 2014) come difensore civico di una Provincia praticamente defunta.
Quindi la dichiarazione di Zaia è stata chiara e lungimirante: “Senza la Lega caro Luigi non vai da nessuna parte”. Per lo più il primo cittadino di Venezia in tre anni e mezzo ha perso molti consensi: le associazioni di categoria lo attaccano su tutti i fronti, ha perso tutte le cause contro il personale. Mestre, che in Luigi sperava molto, visto il menefreghismo dei sindaci di Sinistra, si trova nel degrado assoluto con alcune zone (vedi via Piave) in mano a bande di criminali slavi e africani. Per cui “obtorto collo” Brugnaro dovrà accettare le richieste della Lega.
Foto sotto: Brugnaro sorride con il presidente Zaia (alamy.com)