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CasaPound, oscurati i profili social. «Facebook ci blocca, è di sinistra»

politica

Bloccato l’account ufficiale dell’organizzazione di estrema destra, oltre ai profili di diversi esponenti nazionali e locali. Il social: «No a linguaggio d’odio, misure a tutela degli utenti»

di Ma.l.C.

9 settembre 2019


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3′ di lettura

Presenti in piazza, oscurati sui social. Una decina di profili Facebook e Instagram dell’organizzazione di estrema destra CasaPound e di Forza Nuova sono stati oscurati nelle ultime ore ad opera della stessa piattaforma social, in ottemperanza alle regole che il network fondato da Mark Zuckerberg ha messo in campo negli ultimi anni, per arginare i messaggi che incitano all’odio e alla violenza. A essere bloccati i profili ufficiali delle due formazioni politiche e quelli di alcuni esponenti locali di CasaPound. Compresa la pagina ufficiale “CasaPound Italia”, seguita da 280mila follower e cui lo stesso social media aveva attribuito la spunta blu che certifica l’ufficialità della pagina.

La reazione di CasaPound
«Ci cancellano perché oggi eravamo in piazza contro il” governo” – fanno sapere da Casapound -. Siamo di fronte ad un attacco discriminatorio dal parte dei colossi del web». CasaPound invoca l’articolo 21 della Costituzione italiana sulla libertà di espressione e annunciano contromisure: «Sarà ora nostra premura segnalare tale comportamento direttamente agli amministratori globali del social, direttamente alla punta più alta della piramide Zuckerberg, e portare in sede legale italiana quanto avvenuto, per rivendicare libertà di pensiero, diritti politici e diritti dei consumatori».

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«È un abuso, commesso da una multinazionale privata in spregio alla legge italiana. Uno sputo in faccia alla democrazia”. Lo scrive su Twitter il segretario di Casapound, Simone Di Stefano.

La risposta di Facebook
«Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Per questo motivo – fa sapere un portavoce di Facebook – abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose, che vieta a coloro che sono impegnati nell’”odio organizzato” di utilizzare i nostri servizi.

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