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Chi è Michela Rostan, ex dem passata da Leu a Italia Viva

il ritratto

Nella scorsa legislatura era stata eletta nelle fila del Pd. Ma nel marzo 2017 decise di seguire i bersaniani di Articolo 1 – Mdp. Per poi essere rieletta con Leu nell’attuale legislatura

di Andrea Gagliardi

19 febbraio 2020


Michela Rostan (Imagoeconomica)

2′ di lettura

Smentendo le voci di parlamentari in uscita da Iv, è arrivata a sorpresa la notizia del passaggio al partito renziano della deputata di Leu Michela Rostan. Alla quale si aggiunge al Senato Tommaso Cerno, in rotta con il Pd. Classe 1982, laureata in giurisprudenza, avvocato civilista, vicepresidente della commissione Affari Sociali della Camera, eletta nella circoscrizione Campania 1, Rostan non è nuova ai cambi di casacca. Nella scorsa legislatura era stata eletta nelle fila del Pd. Ma nel marzo 2017 decise di seguire i bersaniani di Articolo 1 – Mdp. Per poi essere rieletta con Leu nell’attuale legislatura.

Le proposte di legge presentate
Tra le proposte di legge presentate come prima firmataria, l’Istituzione della Giornata nazionale contro il biocidio e le “Terre dei fuochi”, nonché il divieto dell’uso di telefoni e altri dispositivi di comunicazione mobile nelle scuole durante le attività didattiche. Ma anche l’attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario nell’esercizio delle loro funzioni, perché «la violenza contro i medici e gli operatori sanitari è un’emergenza nazionale che ci siamo fatti cadere addosso e che ora dobbiamo affrontare».

La lettera d’addio
Già venerdì scorso Rostan aveva scritto una lettera amareggiata al suo gruppo, in cui spiegava le ragioni dell’addio, parlando di «difficoltà ormai manifesta di affrontare battaglie politiche che considero importanti, in totale solitudine». Due le circostanze ricordate. A partire dall’impegno per consentire ai farmaci che combattono l’epatite C di restare nel Fondo per gli innovativi oltre la scadenza di aprile. «Abbiamo tenuto decine di audizioni – scrive Rostan – si è sollevata unanime una voce. Malati, associazioni, medici ci hanno detto che siamo prossimi a debellare l’epatite C. Ma vanno rinnovati i farmaci innovativi, per almeno altri 6/12 mesi. Una scelta avversata per interessi economici dall’Aifa». A nulla è valso il tentativo di a far inserire tale rinnovo nel Milleproroghe. Nessuna sponda neppure dal «nostro Ministro della Salute, informato di tutto», evidentemente «ispirato dall’Aifa».

Altra delusione quella sulla legge per il contrasto alla violenza sui medici e il personale sanitario in servizio. «Sono impegnata fin dall’inizio della legislatura per il riconoscimento a queste figure dello status di Pubblico Ufficiale – spiega – La mia proposta di legge in merito fu sottoscritta anche da Roberto Speranza. In commissione, quando l’ho tradotta in emendamento, dal Governo è arrivato parere contrario. E la maggioranza ha votato contro».

Fiducia al governo Conte
Conclusione: «Francamente sono bocconi troppo amari da digerire soprattutto perché arrivano da un comparto dove abbiamo una nostra significativa presenza politica che, per paradosso, invece di sostenerci nelle battaglie, ci viene contro». «È una decisione mia – è la chiosa finale – Una decisione politica che tuttavia non c’entra con la questione del governo. Continuerò a votare la fiducia».

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