Entro il 26 l’Italia deve indicare alla presidente von der Leyen il proprio candidato per l’esecutivo europeo. Sabato a Biarritz la riunione tra i “Sette grandi” alla quale Conte potrebbe partecipare da dimissionario
di Riccardo Ferrazza
M5s: Salvini interlocutore inaffidabile e senza credibilita’
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L’agenda internazionale non aspetta i tempi della crisi politica italiana d’agosto. Così ci sono scadenze e appuntamenti di cui l’Italia deve tener conto in quanto membro di organismi internazionali.
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Il primo è la formazione della commissione europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen. Entro il 26 agosto i Paesi devono comunicare all’esponente cristiano-democratica il nome del proprio candidato commissario. Prima che Matteo Salvini innescasse la crisi, quel posto spettava alla Lega, in virtù del risultato del Carroccio alle elezioni europee del 26 maggio scorso, quando il partito di Salvini si è imposto con il 34,2%, doppiando i soci di maggioranza del Movimento 5 Stelle, arretrati al 17%. Il Carroccio, però, al Parlamento europeo, lo scorso 16 luglio ha votato contro la v on der Leyen.
Il 2 agosto il premier Giuseppe Conte ha ricevuto a Palazzo Chigi la presidente designata della commissione europea ma in quell’occasione il premier che puntava ad avere la casella della Concorrenza, non ha potuto indicare un nome secco per la squadra europea: la Lega, infatti, aveva proposto due nominativi, entrambi esponenti del governo, il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia e il ministro alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. La crisi e la rottura dell’alleanza giallo-verde hanno riportato il dossier in alto mare. Ma a questo punto la scelta potrebbe cadere non più su un politico ma su un tecnico.
Prima della scadenza europee del 26 agosto, sabato è in programma la riunione del G7 a Biarritz in Francia. Bisognerà aspettare le comunicazioni di domani del premier Conte al Senato per capire quale direzione prenderà la crisi. È però probabile che sarà lo stesso stesso Conte, nel ruolo di presidente del Consiglio dimissionario o sfiduciato, a rappresentare l’Italia nella riunione annuale tra i paesi più industrializzati del mondo. Gli altri impegni che spettano al presidente del Consiglio sono l’Assemblea generale dell’Onu il 17 settembre e il Consiglio europeo del 18 ottobre. Ma quel punto la situazione si sarà chiarita e si dovrebbe avere di nuovo un esecutivo pienamente in carica.
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