Ai Cinque stelle andrebbero sette presidenti di commissione alla Camera e sette al Senato, al Pd nove, a Italia viva quattro. Ma resta lo scontro sul renziano Marattin alle Finanze di Montecitorio
Ai Cinque stelle andrebbero sette presidenti di commissione alla Camera e sette al Senato, al Pd nove, a Italia viva quattro. Ma resta lo scontro sul renziano Marattin alle Finanze di Montecitorio
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Dopo una trattativa complicata e vertici finiti in un nulla di fatto, la maggioranza sembra aver trovato un accordo politico sul rinnovo delle presidenze delle 28 commisisoni permanenti di Camera e Senato. Lo schema dovrebbe prevedere a M5S sette presidenti di commissione alla Camera e sette al Senato, al Pd cinque alla Camera e quattro al Senato, a Italia viva due in ciascuno dei due rami del Parlamento, mentre a Leu andrebbe una sola presidenza al Senato.
L’accordo dovrebbe essere formalizzato in serata con la convocazione delle commissioni permanenti ma non tutti i giochi si danno per fatti nel Movimento 5 Stelle dove l’ipotesi di intesa crea malumori. «Stiamo cedendo troppo. Dovevamo avere 8 commissioni alla Camera e 8 al Senato. Non sarà così e rischiamo di non avere neanche una commissione economica», ha spiegato un parlamentare citato dall’agenzia Ansa.
Di alcune commissioni si è già concordato il nome da votare, specie quelle in cui i presidenti sono confermati, mentre in altre i singoli partiti stanno facendo ancora delle valutazioni. Il rinnovo dei vertici permette di sostituire i presidenti leghisti eletti all’inizio della legislatura, quando il partito di Matteo Salvini era nella maggioranza che sosteneva il primo governo di Giuseppe Conte. Ma il negoziato ha dovuto tenere conto di un’altra novità rispetto all’estate del 2018: la formazione del nuovo gruppo parlamentare che fa capo all’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Il terreno di scontro resta la commissione Finanze della Camera: buona parte del M5S contrario alla nomina proprio di un renziano, Luigi Marattin. Il vicecapogruppo Riccardo Ricciardi avrà un incontro con i membri del M5S della commissione per tastare i loro umori. L’altra casella che potrebbe creare tensione è quella della commissione Ambiente destinata Piero De Luca (Pd), figlio del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca. Al democratico Luciano D’Alfonso dovrebbe inveceandare la guida delle commissione Finanze al Senato.
«È stato un accordo complesso e difficile. Lo abbiamo definito in mattinata: ovviamente creerà anche qualche malcontento» ha detto il capogruppo Andrea Marcucci ai senatori riuniti in assemblea a Palazzo Madama.
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