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Con l’ok al Dl Crescita, Conte stacca Gentiloni nel ricorso ai decreti legge

Il voto di fiducia della Camera di questo pomeriggio ha spianato la strada alla conversione del decreto crescita. Il provvedimento scade il 29 giugno e (dopo l’ok definitivo di Montecitorio) passerà blindato all’esame del Senato. Finora sono stati 15 i decreti adottati dall’esecutivo giallo-verde nel suo primo anno di vita e convertiti in legge (senza contare l’imminente arrivo in Parlamento del decreto sicurezza bis). Una pratica, quella del frequente ricorso alla decretazione d’urgenza, stigmatizzata recentemente dal presidente della Camera, Roberto Fico, che in una lettera inviata il 19 giugno al premier Conte, ha fatto riferimento «agli effetti che l’adozione dei decreti legge dispiega sulla programmazione e sull’ordinato svolgimento dei lavori parlamentari, anche in ragione della non contingentabilità dei tempi del loro esame presso la Camera».

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Conte stacca Gentiloni ma il primato è di Renzi
Da un confronto con i precedenti governi emerge che il numero di decreti legge adottati e convertiti dal governo Conte (che si è insediato il 1° giugno 2018, ossia un anno e venti giorni fa) è superiore a quello dei provvedimenti d’urgenza presentati alle Camere nel corrispondenti periodo dall’esecutivo Gentiloni (12). Ma il record della decretazione d’urgenza appartiene al governo Renzi, con 22 provvedimenti convertiti nel primo anno di legislatura.

Quattro decreti decaduti
Va evidenziato peraltròche il ricorrente utilizzo dello strumento del decreto legge non sempre si è tradotto in un iter parlamentare «regolare». Da quando si è insediato l’esecutivo Conte, per quattro decreti deliberati in consiglio dei ministri si è̀deciso di non procedere con la conversione in legge, facendo quindi decadere i testi. Più che di ripensamenti politici, si è trattato di riformulazioni dei provvedimenti, confluiti in altri decreti. Il decreto per la proroga dell’entrata in vigore della fatturazione elettronica per i benzinai, ad esempio, è̀stato trasportato nel decreto dignità. Per il decreto giustizia sportiva è stato predisposto un ddl collegato alla manovra finanziaria. Il decreto Ncc è stato incardinato nel decreto semplificazioni. Decaduto anche il decreto sul il rinnovo dei consigli degli ordini circondariali forensi (la questione è stata poi risolta nel decreto semplificazioni).

Tempi di esame squilibrati per Camera e Senato
Come segnalato dal presidente della Camera nella sua lettera al premier Conte, le dimensioni molto ampie dei decreti adottati rischiano inoltre di «determinarne un’eccessiva compressione presso la Camera chiamata per seconda ad esaminare il provvedimento, ove l’iter presso la prima si prolunghi ben oltre i trenta giorni». Fico fa l’esempio del dl Slocca cantieri, rimasto al Senato 50 giorni e che la Camera ha potuto esaminare per soli 10 giorni. L’inverso accadrà al dl Crescita. Il Senato avrà meno di una settimana a disposizione per la sua conversione.

Attività legislativa ferma a maggio
Un’ultima notazione. L’attività legislativa delle Camere ha subito uno stop a maggiòperché monopolizzata dalle dinamiche elettorali interne al governo in vista delle elezioni europee: non solo ci sono state poche riunioni del consiglio dei ministri e non sono stati deliberati decreti, ma anche il parlamento si è riunito molto poco, con solo 19 sedute, come segnalato da Open Polis.

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