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Consumiamo due metri quadrati al secondo: è ora di salvare il suolo dalla nostra avidità

La nostra proposta: da molti anni si parla della necessità di avere uno strumento legislativo europeo per proteggere il suolo dal suo eccessivo consumo. Gli Stati membri sono sempre stati contrari poiché intendo il suolo parte della pianificazione territoriale e dunque di competenza nazionale. Legambiente e altre organizzazioni non governative europee hanno lanciato una petizione europea per arrivare ad una direttiva comunitaria. Ai candidati chiediamo di supportare questa petizione: se davvero siamo europei, lo siamo anche nel definire quanto tutelare il nostro territorio.

È uno dei beni comuni più preziosi, eppure con poche eccezioni non ci facciamo scrupolo di continuare a consumarlo. Dal suolo dipende gran parte della nostra vita: è dalla terra infatti che arriva il cibo che ci nutre, è il suolo che svolge un’indispensabile azione di trattenimento del carbonio aiutandoci a contrastare il cambiamento climatico ed è sempre la terra che drenando e assorbendo l’acqua ci aiuta ad affrontare le conseguenze della crisi climatica come bombe d’acqua e alluvioni. Nonostante tutto questo il suolo è minacciato, consumato, cementificato.

Quanto sia impermeabilizzato il territorio italiano lo dicono eloquentemente i dati del Rapporto Ispra-Snpa sul Consumo di Suolo in Italia (edizione 2018): ogni giorno perdiamo 15 ettari e la copertura artificiale del suolo aumenta al ritmo di 2 metri quadrati al secondo. Nell’insieme abbiamo ormai intaccato il 7,65% di territorio nazionale. In termini assoluti si tratta di 23.063 chilometri quadrati. Come noto il fenomeno contribuisce, tra l’altro, ad acuire il rischio idrogeologico del nostro già fragile Paese. Ricordo che secondo i dati Ispra in Italia il 91% dei comuni sono a rischio idrogeologico e oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità. Abbiamo un territorio tanto fragile, ma nessuno in Europa ha fatto peggio di noi sul consumo di suolo.

Sarebbe il caso che iniziassimo ad agire avendo la massima cura per la corretta gestione del territorio, la mitigazione del dissesto idrogeologico e la sicurezza dei cittadini. Con questi principi ben presenti il primo giorno di Legislatura ho presentato una proposta di legge contro il consumo di suolo (AC 279). Il testo introduce un limite all’impermeabilizzazione del territorio e prevede il suo monitoraggio, introduce misure per la tutela e la valorizzazione del suolo agricolo e dell’agricoltura mediterranea, indica poi alcune priorità per il riuso del patrimonio edilizio esistente e misure di incentivazione per facilitare la rigenerazione urbana. Per dare una risposta efficace in chiave di prevenzione anziché di emergenza.

Dal Senato, nei mesi scorsi, è iniziato, l’esame delle proposte contro il consumo di suolo, abbinando i vari testi presentati dai diversi gruppi. Compreso un recente testo della Lega che vuole “contenere” il consumo di suolo e normare su un uso “responsabile” del patrimonio edilizio e delle risorse naturali. Un vero cavallo di Troia per ampliare le possibilità di rigenerazione urbana e riuso di aree industriali, per modellare in un senso più lasco e gradito al Carroccio il contenimento del consumo di suolo. Viste le premesse e viste le divisioni del governo gialloverde è difficile sperare che questa sia la Legislatura in cui finalmente sia approvata una legge nazionale per arginare il consumo di suolo. E considerando le ‘mine’ piazzate dalla Lega in Senato alla legge forse è meglio così.

Anche per questo e in considerazione del ruolo fondamentale dell’Europa per l’approvazione di leggi importanti sul fronte ambientale – penso a quelle sulla qualità dell’aria, dell’acqua e della depurazione – dobbiamo cogliere le opportunità che ci vengono dall’essere in Europa. E puntare a una direttiva europea sul consumo di suolo. Sarebbe un segnale importante di rinnovamento dell’UE e sarebbe un’operazione rivoluzionaria sul piano culturale un’Europa che ragioni del suolo come un unico bene comune, un’Europa in cui gli Stati nazionali debbano tenere reciprocamente conto di quello che accade sul proprio suolo in termini di consumo, depauperamento, crollo della qualità ambientale e darsi una strategia che tenga insieme il rilancio dell’edilizia di qualità, quella che punta sull’efficienza e la rigenerazione urbana, e la tutela del suolo. Finalmente. Il voto di domenica sarà importante anche per il nostro suolo. È importante andare a votare alle europee ed è fondamentale farlo scegliendo chi ha cultura e competenze per fare bene al nostro ambiente. Suolo e clima compresi.

https://www.linkiesta.it/it/article/2019/05/24/suolo-consumo-italia-politica-elezioni-europee/42270/

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