Sono alcune delle differenze subito rintracciabili mettendo a confronto il primo discorso di accettazione dell’incarico a formare un governo M5s-Lega pronunciato da Giuseppe Conte il 23 maggio 2018, con quello scandito oggi
di Andrea Gagliardi
La priorità di Conte: un nuovo rapporto con l’Europa
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Cambiano le parole chiave. Non più «contratto», «governo del cambiamento», «avvocato difensore del popolo italiano», ma «governo nel segno della novità» per rendere l’Italia non solo più competitiva ma anche più «giusta, solidale, inclusiva», all’interno di un «nuovo umanesismo». Senza citare la parola “popolo”. Sono alcune delle differenze subito rintracciabili mettendo a confronto il primo discorso di accettazione dell’incarico a formare un governo M5s-Lega pronunciato da Giuseppe Conte il 23 maggio 2018, con quello scandito oggi in cui cambiano la coalizione (resta il M5s ma c’è il Pd al posto della Lega) e i temi.
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Programma ancora da mettere a punto
Quello odierno è un discorso di più ampio respiro: dura quasi 9 minuti e mezzo rispetto ai 3 minuti e 24 secondi nel 2018. Non solo. Quindici mesi fa al centro c’è «il contratto su cui si fonda questa esperienza di governo». Esiste insomma un contratto programmatico già pronto, approvato dalle due forze politiche a sostegno dell’esecutivo. Compito di Conte sarà quello di presentarlo alle Camere e portarlo avanti. Le cose cambiano adesso. «Oggi stesso avvierò le consultazioni», al termine delle quali «mi dedicherò a elaborare un programma insieme alle forze politiche» scandisce il premier incaricato. Questa volta non c’è niente di preconfezionato: sarà lui stesso a elaborare il programma con il contributo delle forze che lo sostengono.
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