Il vicepremier Luigi di Maio e il premier Giuseppe Conte hanno cercato in questi giorni di smussare i toni e nascondere la loro irritazione per le uscite “opinabili” dell’alleato leghista pur di allontanare i fantasmi di una crisi.
Dal caso della moto d’acqua della polizia con a bordo il figlio 16enne di Matteo Salvini al tavolo con le parti sociali convocato per la seconda volta dal leader della Lega, il vicepremier Luigi di Maio e il premier Giuseppe Conte hanno cercato in questi giorni di smussare i toni e nascondere la loro irritazione per le uscite “opinabili” dell’alleato leghista, pur di allontanare i fantasmi di una crisi. «Ognuno può ricevere chi vuole, ma
qui riceviamo ogni giorno le parti sociali, dialoghiamo con loro
e lavoriamo per risolvere problemi» ha commentato funambolico
Di Maio lo svolgimento al Viminale di un tavolo fra il ministro Salvini e le parti sociali.
Crisi più lontana con l’ok al fiducia bis
Il low profile caratterizza soprattutto il presidente del consiglio e si tiene lontano sia dai travagli interni al M5s sia dai “penultimatum” di Salvini, che oggi a Radi0 24 non ha mancato di lanciare attacchi come quando ha attaccato: «Toninelli non mi sembra all’altezza di gestire le infrastrutture di un Paese bello ma difficile come l’Italia». Del resto con l’ok alla fiducia sul decreto bis la crisi sembra più lontana e Conte può permettersi di annunciare la fase due” del governo giallo-verde e si prepara ad una settimana che lo vedrà probabilmente già impegnato nei cinque tavoli tecnici sulla manovra.
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Lo scontro sulla Tav
Certo poi c’è la spaccatura gialloverde sulla Tav, con le mozioni che saranno illustrate e votate domani, tra cui quella per il No dei grillini. Conte è schierato per il sì («Alla luce dei nuovi finanziamenti comunitari non realizzare il Tav costerebbe molto di più che completarlo»), ma è difficile che il premier parli del dossier Tav da qui a mercoledì. Ne parlerà, di certo, nella conferenza stampa di saluto di giovedì, dove il premier farà un punto sull’agenda di governo e non mancherà di dire la sua sulle fibrillazioni M5S e Lega. Anche perché, se Conte tira dritto, i due alleati di governo sembrano bloccati.
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