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Conte: “Nasce il governo populista, ovvero dalla parte del popolo”

Lo dice il neo premier che ieri ha ottenuto la fiducia al Senato e oggi è scontata anche quella della Camera. E sottolinea l’impegno per maggior sicurezza, reddito di cittadinanza, flat tax, Europa, lotta all’immigrazione clandestina e alle mafie

Roma – Ventiquattro pagine di intervento e 75 minuti di discorso. E’ l’esordio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in Parlamento, per chiedere la fiducia delle Camere. Il discorso è puntuale e non trascura i particolari, ma il tono e il merito sono quelli di chi ha già scandito, dopo le consultazioni per la formazione del nuovo governo, di non essere un tecnico, ma un premier politico che rivendica l’accezione positiva della parola populista se significa essere attenti ai cittadini: “Se populismo e’ l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente, se anti-sistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene le forze politiche che sostengono il governo meritano entrambe queste qualificazioni“, ha detto.

I temi toccati nel discorso sono quelli del contratto di governo, stipulato fra M5s e Lega, con una rassicurazione: l’Italia resta nell’Alleanza atlantica, aprendo però ai rapporti con la Russia. Ed è profondamente europea, ma chiede maggiore equità e vuole sostegno sul fronte migranti. Il prossimo appuntamento, superato lo scoglio della fiducia, che per i numeri è scontato, sarà internazionale: Conte volerà in Canada per il G7 e avrà il primo incontro a tu per tu con il primo ministro inglese Theresa May e con la cancelliera tedesca Angela Merkel

Il cambiamento “sarà di metodo e di contenuti. Cambia ad esempio il fatto che la prima preoccupazione del Governo saranno i diritti sociali, che nel corso degli ultimi anni sono stati progressivamente smantellati con i risultati che conosciamo: milioni di poveri, milioni di disoccupati, milioni di sofferenti“, ha detto parlando al Senato, per poi fare la spola con Montecitorio, a piedi.

E’ ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, affinché nessuno venga più sfruttato, che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa, che hanno diritto a pagare in maniera semplice tasse eque. C’è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare“.

In questo tempo di crisi e difficoltà ci impegniamo a dare sostanza alla previsione contenuta nel primo articolo della nostra Costituzione, che fonda la Repubblica sul lavoro. “Vogliamo costruire un nuovo patto sociale trasparente ed equo, fondato sulla solidarietà ma anche sull’impegno, consapevoli che solo con la partecipazione di tutti allo sviluppo del Paese potremo garantire un futuro di prosperità anche ai nostri figli“, ha annunciato. “L’Europa è la nostra casa. Quale Paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare un’Europa più forte e anche più equa, nella quale l’Unione economica e monetaria sia orientata a tutelare i bisogni dei cittadini, per bilanciare più efficacemente i principi di responsabilità e di solidarietà“, ha annunciato, ribadendo anche la necessità di rivedere il trattato di Dublino sui migranti. 

Intendiamo preliminarmente ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa“, ha poi precisato.

Come è noto, i processi di integrazione dei mercati che si sono realizzati negli ultimi anni hanno operato una completa ridefinizione dei rapporti tra politica, diritto, economia“, ha detto ancora, senza tralasciare i temi cari alle due formazioni politiche che sostengono la maggioranza: dal taglio dei vitalizi, alle pensioni d’oro, alla riforma della prescrizione, al giro di vite sul conflitto di interessi, alla lotta alla corruzione. “Il cambiamento è in una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini, con nuovi strumenti come la class action, l’equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa“. 

Cambia che metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà“, ha scandito Conte tra gli applausi. “Cambia che combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il daspo ai corrotti e con l’introduzione dell’agente sotto copertura. Cambia che vogliamo un Paese a misura dei cittadini diversamente abili, e sono alcuni milioni, che troppo spesso si ritrovano abbandonati a se stessi e alle loro famiglie. Cambia che vogliamo rescindere il legame tra politica e sanità, per rendere quest’ultima finalmente efficiente su tutto il territorio nazionale. Cambia che aumenteremo fondi, mezzi e dotazioni per garantire la sicurezza in ogni città Cambia che presteremo adeguata attenzione alle famiglie, specialmente quelle in difficoltà“.

Ieri al senato il nuovo Esecutivo ha ottenuto la fiducia con 171 sì, 4 voti in più rispetto ai numeri della maggioranza (167 senatori), e si attesta su una soglia di sicurezza di 10 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta, che a palazzo Madama è fissata a quota 161. I voti contrari sono stati 117, gli astenuti 25. Oggi l’esito delle votazioni alla Camera.

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