Le aperture? Potranno essere anticipate. E forse sarà possibile fare anche le elezioni regionali mesi mesi estivi. Sono alcune delle dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte presenti nell’intervista fiume rilasciata al Fatto Quotidiano.
Un dialogo a 360 gradi. Dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca, che considera un «fuor d’opera» per il fatto che «una corte nazionale chieda alla Bce di giustificare la necessità degli acquisti», alle misure approntate per fare fronte alla crisi economica che saranno contenute nel decreto Maggio, «come la possibilità di ristrutturare a costo zero gli immobili per adeguarli alla normativa antisismica o all’efficientamento energetico, attraverso il credito di imposta».
Ci sarà anche lo sblocco di tre miliardi per i Comuni per lavori di manutenzione «con procedure semplificate», insieme a un piano per l’edilizia scolastica. Per i giovani, aggiunge, il governo «sta lavorando a un piano per offrire iniziative estive».
Dopo aver accennato alla possiblità di riprendere le manifestazioni sportive, anche se non si sbilancia, risponde alle parole del nuovo presidente di Confindustria Bonomi, che lo ha accusato di fare poco per la crisi. «Se ci sono proposte specifiche e concrete sul sostegno delle imprese ce le può inviare».
E poi, com’è ovvio, discute sulla fase 2. «Il piano ha funzionato», dice. Ciò lo lascia «ben sperare», visto il comportamento responsabile degli italiani. Anche se «è azzardato fare previsioni», non si aspetta «un particolare aumento dei contagi». Tanto che, vista la pressione di alcune regioni per la riapertura, il governo «è in condizione di studiare un’eventuale anticipazione di aperture» con differenziazione geografica.
Non solo: se il Parlamento valutasse la possibilità di svolgere le elezioni regionali in estate, «non mi opporrei», mentre sul referendum, dal momento che avrebbe carattere nazionale, sarebbe più prudente orientarsi verso una finestra autunnale.
Sul finale, il presidente del Consiglio si concede anche divagiazioni più leggere. Nega di aver litigato con il portavoce Rocco Casalino, prima di tutto, perché «non ho l’abitudine di scaricare sugli altri».
Se è apparso stanco nell’ultima conferenza stampa è solo colpa sua, dice, è stato «poco brillante». Ma del resto non poteva rimandare: il testo del Dpcm era stato già consegnato alle Regioni «e dovevo evitare altre fughe di notizie che poi sarebbero state imputate a me» (ma l’abitudine di non scaricare?),
Sulla Lega, ammette di avere un buon rapporto con il governatore del Veneto Luca Zaia, ma «l’esperienza l’ho già vissuta. Basta così». E prende in giro Matteo Salvini, poco prima di accennare a due cose piuttosto serie: i Recovery fund, per cui si augura «una ipotesi più ambiziosa, che comunque non sarà pronta prima dell’estate» e il Mes, che, ripete, «resto convinto che non ci serva».
Infine, tocca anche l’argomento Draghi: con lui ha «un buon rapporto personale, di stima, ne ho grande considerazione». Ma si sente di escludere che punti alla presidenza del Consiglio: «Non credo che si lasci tirare per la giacchetta dalle varie iniziative in atto», che giudica «palesemente strumentali».
Per questo motivo è «assolutamente sicuro» di arrivare a fine mandato. Le forze politiche, «anche quelle più “vivaci”» sapranno essere responsabili. Nel frattempo gli italiani stiano tranquilli: con tutte le cautele possibili, in vacanza si potrà andare. «Magari proprio in Italia», per aiutare un settore colpito con durezza.