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Coronavirus, arriva alle Camere il dl rilancio: ma è rischio ingorgo con otto decreti da convertire

 

fase 2

Sono tre i decreti all’esame di Montecitorio e cinque quelli che devono essere approvati da palazzo Madama. Tutti devono ancora avere il via libera del primo ramo del Parlamento

di Andrea Gagliardi e Andrea Marini

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21 maggio 2020


2′ di lettura

Il decreto Rilancio (con le misure urgenti in materia di sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19) a una settimana dall’ok del Consiglio dei ministri, arriva finalmente in Parlamento dove, assicura il ministro Federico D’Incà, si potranno valutare «proposte migliorative». Un Parlamento sotto pressione con altri sette decreti legge da convertire, legati all’emergenza coronavirus. Tutti ancora all’esame del primo ramo delle Camere. Senza dimenticare i già archiviati primo decreto emergenza e il Cura Italia. E il decreto semplificazioni in arrivo.

Ancora più intensa l’attività del Senato. Nella giornata del 21 maggio è stato convertito definitivamente con voto di fiducia il decreto 19 del marzo 2020 con le misure sul lockdown, già licenziato dalla Camera. Un testo che fornisce la cornice giuridica ai Dpcm emanati nel corso dell’emergenza coronavirus. Ma restano da approvare il decreto n. 33 del 16 maggio con l’abolizione dell’autocertificazione sugli spostamenti in regione e le nuove regole per le riaperture delle attività economiche e commerciali. Nonché il decreto n.30 con le misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul Covid-19, in base al quale partiranno dal 25 maggio 15omila test sierologici gratuiti su un campione della popolazione italiana. E quello n.29 in materia di sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari, per motivi connessi all’emergenza sanitaria da COVID-19. Non solo. Va convertito in legge anche il decreto n. 28, con la creazione di una piattaforma unica nazionale per la gestione del sistema di allerta dei soggetti che hanno installato, su base volontaria, l’apposita app sui dispositivi di telefonia mobile. Senza dimenticare il decreto n. 22 con le misure urgenti sulla regolare conclusione dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato.

 

 

 

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