3′ di lettura
Poteva essere l’occasione per offrire l’immagine di un Paese che di fronte alle difficoltà si unisce mettendo da parte la polemica politica. In passato è avvenuto. Ad esempio per combattere il terrorismo o più di recente per rispondere alla crisi, all’impennata dello spread. Non è andata così. Il coronavirus è diventato il ring dove si sta tenendo l’ennesimo match tra le forze politiche. Tra tutte le forze politiche, non solo tra maggioranza e opposizione.
Salvini continua a cavalcare il contagio
Matteo Salvini via social continua a cavalcare il contagio da coronavirus accusando il governo di non fare abbastanza. Una linea che i suoi alleati non sembrano sposare visto che nel frattempo Forza Italia ha deciso di ritirare gli emendamenti al decreto intercettazioni proprio perchè «in questo momento altre sono le priorità» e anche Giorgia Meloni ha mantenuto toni più istituzionali.
Meloni: nessun sostegno a governi di unità nazionale
La leader di Fdi ribadisce massima collaborazione anche sul fronte dei provvedimenti che saranno posti all’attenzione del Parlamento per combattere il virus, pur avvertendo che questo non può in alcun modo preludere a un eventuale sostegno a governi di unità nazionale. Quanto alla maggioranza lo scontro tra il premier e Renzi, che sarebbe dovuto andare in scena questa settimana, è solo rinviato. Anzi, continua sottotraccia visto che un fedelissimo del leader di Italia viva qual è il deputato Luciano Nobili ha chiesto che a guidare la task force per l’emergenza fosse il virologo Roberto Burioni, a sua volta sostenuto nei giorni scorsi da Salvini per le critiche espresse sulle misure adottate per contenere il contagio.
Lo spread torna a salire
Nel frattempo lo spread torna a salire, la borsa di Milano apre in profondo rosso e Bankitalia quantifica in almeno lo 0,2 l’impatto dell’emergenza sulla crescita in Italia dove il Pil su base annua viaggia già abbondantemente sotto l’1 per cento. Una situazione drammatica resa ancor più preoccupante da quanto emerge sul fronte politico. Non sappiamo infatti se è vero quanto sostiene il presidente del Consiglio e anche alcuni virologi ovvero che i casi in Italia sono più numerosi rispetto ad altri Paesi europei perché si stanno facendo controlli a tappeto mentre all’estero il tampone viene effettuato solo in presenza di sintomi conclamati.
L’Italia non è il lazzaretto d’Europa
Ma se così fosse c’è da domandarsi se allora misure tanto draconiane e tanto gravi, per gli effetti che stanno provocando sul fronte economico e non solo, che stanno dipingendo lìItalia come il Lazzaretto d’Europa, siano state assunte anzitutto per rispondere agli attacchi dei propri avversari e degli untori di panico che si sta diffondendo molto più del coronavirus. Il mirino, tanto quello del leader della Lega che del suo omologo di Italia viva, resta infatti puntato sul premier. Salvini ne chiede le immediate dimissioni. Renzi non lo ripete ma il suo pensiero sulla sostituzione dell’attuale presidente del Consiglio lo aveva già espresso e il coronavirus non gli ha fatto cambiare idea. Speriamo che non sia così. Perché a pagarne lo scotto come al solito non saranno gli esponenti politici del governo, della maggioranza o dell’opposizione ma il Paese.
https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-anche-solidarieta-nazionale-e-fasulla-mirino-salvini-e-renzi-resta-conte-ACmiaZLB