Dopo il capo della Protezione Civile e il Commissario per l’Emergenza, cambia anche il Comitato tecnico scientifico: si è dimesso il coordinatore Agostino Miozzo e si va verso una riduzione dei membri, che potrebbero essere dimezzati rispetto ai 24 attuali. “E’ stata una scelta personale che ho maturato in assoluta autonomia e senza alcuna forzatura, concordata e condivisa con palazzo Chigi e con il ministro della Salute Roberto Speranza”, dice l’ormai ex coordinatore che è già al lavoro nella sua nuova veste, quella di collaboratore del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per affrontare l’emergenza nel mondo della scuola, che ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo per l’impatto del Covid.
“Si è valutata la necessità di supportare il ministero – sottolinea ancora Miozzo – , per quella che è la mia esperienza, per preparare la riapertura delle scuole. C’è moltissimo lavoro da fare per le settimane e i mesi a venire e per affrontare la complessità di una pandemia che ha imposto scelte difficili”. Il nuovo coordinatore del gruppo di esperti che in quest’anno di pandemia ha fornito al governo i pareri tecnico-scientifici sui quali si sono basate le scelte dell’esecutivo, sarà ora nominato “in tempi brevi” dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, d’intesa con palazzo Chigi e con il ministro della Salute. Lo stesso Curcio ha visto in serata il premier Mario Draghi e uno dei possibili nomi in ballo è quello di Fabio Ciciliano, l’attuale segretario del Comitato. Ma è molto probabile che il governo riveda l’intera composizione del Cts, riducendo significativamente gli attuali 24 membri, tra cui cinque donne. Anche perché non è un mistero che nella nuova maggioranza più d’uno, non solo nel centrodestra, volesse mettere mano all’organismo per modificare alcune dinamiche interne ed imprimere un’ulteriore segnale di discontinuità con il governo Conte, dopo la sostituzione di Domenico Arcuri con Francesco Paolo Figliuolo e di Angelo Borrelli con Curcio. Lo hanno detto ripetutamente sia Forza Italia sia la Lega, contestando in particolare agli esperti pareri forniti all’ultimo momento, come quello sulla chiusura degli impianti di sci nonostante il via libera di 10 giorni prima. Lo ha ribadito ieri Matteo Salvini, chiedendo un “cambio di passo, e anche di componenti, dopo un anno di lavoro”. E il ministro della Salute Roberto Speranza, poco dopo l’insediamento di Mario Draghi a palazzo Chigi, non aveva escluso la possibilità di rendere “più agile e tempestivo” il Comitato, ipotizzando anche la figura di un portavoce. Nessuno però ha chiesto a Miozzo di lasciare. Lui stesso ha ricordato qualche settimana fa di aver dato “la disponibilità a dimettermi” al ministro Speranza ma non c’è stato seguito tanto che ha partecipato a diverse riunioni della cabina di regia politica a palazzo Chigi e alle riunioni della Conferenza Stato-Regioni per illustrare le scelte del governo ai presidenti. Cosa è cambiato da allora? Lo scrive lo stesso Miozzo nella lettera di dimissioni indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza, al segretario generale di palazzo Chigi Roberto Chieppa e al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio: “il Cts ha visto progressivamente modificare le sue competenze e il suo ruolo originale, al punto che immagino necessiti di una sostanziale rivisitazione del suo mandato”. Alle funzioni iniziali si sono infatti “aggiunte nel tempo la cabina di regia, sono stati potenziati i servizi del ministero della Salute e di tutte le sue direzioni generali coinvolte nella gestione della pandemia, è stato rafforzato il confronto con le regioni e per ultimo è stato istituito il tavolo tecnico di confronto”. Ed inoltre, c’è stata una “decisa accelerazione e riorganizzazione della campagna vaccianale imposta dal nuovo Commissario per l’emergenza Figliuolo, in questo supportato dal capo Dipartimento della Protezione Civile Curcio che ha, finalmente, riportato il sistema nazionale di Protezione Civile alle sue originali competenze ad al ruolo della struttura istituzionalmente preposta al coordinamento della gestione delle crisi”. Dunque, dice ancora Miozzo, il Comitato è arrivato “ad una fase di maturazione che ritengo imponga una riflessione sul suo futuro e, di conseguenza, sul ruolo del coordinatore”.
Fonte Ansa.it