In Lombardia i ragazzi delle superiori potranno tornare (parzialmente) in classe da lunedì prossimo. Il prefetto di Milano Renato Saccone e la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada hanno inviato una lettera al presidente del Tar della Lombardia spiegando che questi sono i “tempi minimi insopprimibili” per dare attuazione al decreto con cui il Tribunale ha sospeso l’ordinanza regionale che imponeva fino al 24 gennaio la didattica a distanza al 100%. E anche se consapevoli che il quadro normativo potrebbe cambiare con il nuovo Dpcm e che i dati epidemiologici potrebbero portare la Lombardia in zona rossa (dove le lezioni alle superiori sono tutte in dad) “si comunica che verrà posto in essere ogni sforzo – assicurano Saccone e Celada – per garantire una ripresa in sicurezza del mondo della scuola quanto più uniforme sul territorio nazionale”.
Il tema della scuola è stato oggetto di un confronto questa mattina tra lo stesso presidente della Regione e il prefetto di Milano Renato Saccone, al quale ha partecipato anche il neo vicepresidente e assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti. Fontana e Moratti – a quanto si apprende – hanno chiesto al Prefetto chiarimenti sui tempi tecnici per la riapertura, confermando la volontà di dare attuazione alla sentenza del Tar. A Saccone, inoltre, sono stati sottolineati i temi della riapertura delle scuole in sicurezza, del trasporto pubblico locale e dei servizi ausiliari legati alla ripresa, come ad esempio la vigilanza delle forze ordine sugli assembramenti in entrata e uscita.
Ma il dibattito resta aperto. “Per il momento – ha spiegato Fabio Molinari, dirigente dell’ufficio scolastico di Sondrio e di Cremona – credo che le scuole superiori della nostra provincia non torneranno in presenza lunedì, salvo indicazione precise dal Dpcm o da organismi superiori dell’amministrazione”.
“In linea teorica – ha detto – le scuole potrebbero riprendere la didattica in presenza al 50%, tuttavia siamo alla vigilia di un nuovo Dpcm con decorrenza dal 15 gennaio. Quindi, mentre siamo in attesa di indicazioni, anche dall’ufficio scolastico regionale, credo che sia opportuno per ora attendere”.
In vista della riapertura di lunedì nel Lazio è stato potenziato il servizio dei trasporti pubblici.Lo ha spiegato l’Ufficio scolastico regionale in una comunicazione rivolta alle famiglie. “Tutte le aziende del trasporto pubblico locale hanno potenziato il servizio – si legge nella comunicazione – Cotral ha aggiunto 500 corse al giorno affittando “bus turistici” e altre ne ha aggiunte incrementando la frequenza dei passaggi dei propri mezzi; ATAC sta offrendo 1.500 corse in più al giorno; Astral, società della Regione Lazio, ha concluso una gara per 1.100 corse giornaliere in più. Le corse aggiuntive sono state inserite sulle tratte e negli orari che servono agli studenti”. Sui mezzi potranno essere occupati massimo la metà dei posti. “Giunti a questa soglia del 50% i mezzi di Cotral non accetteranno più passeggeri – viene sottolineato -. L’affollamento dei mezzi di ATAC sarà controllato da una squadra di verificatori”. “Tornare in presenza è importante per i nostri ragazzi: significa riacquistare la socialità sacrificata negli ultimi due mesi. Significa recuperare gli studenti più in difficoltà” viene sottolineato nella comunicazione.
Da quando la Regione Puglia ha disposto la sospensione delle lezioni in presenza, cioè da fine ottobre, c’è stata “una drastica riduzione dei casi di contagio nelle scuole”. E’ quanto emerge dalla analisi dei grafici realizzati dai tracciatori dell’Eic, Epidemic intelligence Center, centrale operativa della sorveglianza sanitaria del dipartimento di prevenzione della Asl Bari, attivo nel monitoraggio Covid nelle scuole. La curva dei contagi tra docenti e alunni degli istituiti di ogni ordine e grado, in provincia di Bari, ha subito una impennata tra il 19 ottobre e il 2 novembre, in concomitanza con l’avvio della seconda ondata. Il 26 ottobre la Regione Puglia ha poi emanato l’ordinanza di sospensione delle attività didattiche in presenza e nei dieci giorni successivi alla chiusura delle scuole, che è in media il periodo di incubazione del virus, la curva dei contagi sia tra docenti che alunni ha cominciato a scendere in maniera significativa.
Fonte Ansa.it