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Crisi, crescono le quotazioni di Conte premier. Ecco i tre scenari

Serviziola trattativa m5s-pd

Nel borsino della crisi di governo che avrà il suo sbocco finale mercoledì con le decisioni del capo dello Stato, si rafforzano le chance che l’avvocato ottenga il placet per guidare un governo giallo-rosso

di Mariolina Sesto e Roberto D’Alimonte

25 agosto 2019


Crisi di governo, avanti la trattativa M5s-Pd

2′ di lettura

Crescono le quotazioni di Conte premier. Nel borsino della crisi di governo che avrà il suo sbocco finale mercoledì con le decisioni del capo dello Stato, si rafforzano le chance che l’avvocato ottenga il placet per guidare un governo giallo-rosso. Dopo il tentativo del Pd di rilanciare la palla ai Cinque stelle con il nome di Fico, andato subito a vuoto con il passo indietro dello stesso presidente della Camera, il nome che potrebbe far sbloccare lo stallo è proprio quello del premier uscente.

Perché si rafforza Conte
Giuseppe Conte è l’unico nome grazie al quale la base M5S riuscirebbe a digerire l’accordo M5S-Pd, subito stritolato negli attivissimi canali social pentastellati. È inoltre un nome che tiene unito il partito senza essere fonte di divisioni fra le varie anime. Lo tiene talmente unito da arrivare a fare un po’ ombra al leader Luigi Di Maio. Non va dimenticato inoltre il pressing pro-Conte che arriva dal garante M5S Beppe Grillo che con i suoi post ha elogiato il premier in modo alquanto vistoso. Quanto al Pd, Conte ha già da giorni il placet di Renzi (e di altri dirigenti come Franceschini) e il via libera di Zingaretti (per ora attestato sul no) potrebbe rappresentare una mossa che porta l’unità nel partito. D’altra parte, come si fa notare dal M5S, Conte – con le parole di Biarritz – ha definitivamente chiuso il forno con la Lega. Esattamente ciò che da giorni chiedevano i Dem. Non è poi un mistero che Conte, con il suo operato, si sia guadagnato la stima del capo dello Stato, oltre che dei vertici europei. Altro elemento che “spinge” in questo momento le sue quotazioni.

L’ipotesi di un nome terzo
Resta in piedi, tuttavia, l’ipotesi che si arrivi a un nome”terzo”. È la strada che in queste ore indica il segretario dem Zingaretti. Sul tavolo ci sono l’ex presidente dell’Istat Enrico Giovannini e l’ex presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone. Si fanno ancora i nomi di due donne: il segretario generale della Farnesina Elisabetta Belloni e quello della vice presidente Luiss Paola Severino. Mentre la giudice costituzionale Marta Cartabia si è sfilata dicendo di voler portare a termine il suo mandato che scade nel 2020. Questa ipotesi tuttavia non trova al momento il via libera del Movimento che non ha a disposizione personalità “terze” ma vicine ai suoi valori tali da rendere digeribile l’intesa con il Pd.

Il ritorno al voto
Se nessuno dei due scenari precedenti si materializzerà nelle prossime ore, la strada del voto anticipato sarà segnata. D’altra parte, il capo dello Stato ha mandato precisi segnali e “affisso” già il calendario: martedì nuovo round di consultazioni e mercoledì incarico. Se il governo di legislatura non sarà “sbocciato”, resterà il sentiero del governo di garanzia che accompagni il paese alle urne.

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