Per il leghista Giancarlo Giorgetti «bisogna prendere atto della situazione e dare la palla al presidente della Repubblica, come dice la Costituzione. A noi – aggiunge il sottosegretario alla presidenza del Consiglio – sembra naturale e scontato andare a nuove elezioni». Poi parlando del premier dice: «Mi sembra di aver capito che Conte non si voglia dimettere ma voglia andare a una conta in aula e questa è una rottura traumatica».
Dal Pd, intanto, Matteo Renzi smentisce ogni ipotesi di accordo con i pentastellati. «Oggi i giornali sono pieni di retroscena su accordi segreti tra noi e i Cinque Stelle. Qualcuno già ipotizza che io possa votare la fiducia a Fico premier. E perché non Toninelli premier allora? O Di Battista? Sono ragazzi così preparati e competenti. Dai, ragazzi, non scherziamo». Su Facebook, l’ex premier e senatore dem Matteo Renzi dice la sua sulle ipotesi di “inciucio” che secondo molti osservatori sarebbero in cantiere tra il Pd e il M5S per scombinare i piani di Matteo Salvini e allontanare le urne.
«La crisi del peggior Governo della Repubblica andrà in Parlamento nei prossimi giorni, seguendo le regole costituzionali: in quella sede, e anche sui giornali, sui social, nelle piazze io dirò quello che penso sull’aumento dell’Iva, sulla riduzione del numero dei parlamentari, sul chi deve gestire le elezioni dal Viminale e da Chigi. Io non faccio accordicchi segreti, io parlo con interviste, con interventi, con post», aggiunge riferendosi alle polemiche legate ai tempi per la soluzione della crisi innescata giovedì scorso a Pescara da Salvini.
«Non esistono le condizioni politiche per un altro governo, almeno con il Pd: è la linea che la direzione nazionale ha approvato 15 giorni fa all’unanimità», precisa poco dopo la vicesegretaria dem Paola De Micheli, e «la manovra che ci aspetta, da 23 miliardi, ritengo debba essere fatta dopo un chiaro mandato popolare». Parole che per una volta sembrano allineare perfettamente il partito e il leader della minoranza interna.
Da parte sua, in attesa di indizi concreti, il leader della Lega, dalla spiaggia di Policoro, in Basilicata (altra tappa del suo tour estivo sulle spiagge italiane, dove un gruppo di persone lo contesta con alcuni striscioni polemizzando con i suoi sostenitori) ribadisce che un Governo Renzi-Di Maio «sarebbe tragico, sarebbe un insulto agli italiani e alla democrazia». E torna a battere il tasto delle “urne subito”. «L’unica cosa che mi aspetto è che il Parlamento si esprima il prima possibile, non dopo Ferragosto ma prima di Ferragosto», spiega. «Io – aggiunge – guardo avanti e sto preparando un Governo stabile, coraggioso e serio per gli italiani. Se non fossero arrivati tutti No, non avremmo fatto quello che abbiamo fatto».
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