Il primo ministro del Governo di accordo nazionale ha manifestato analisi e preoccupazioni al vicepremier Matteo Salvini
di Gerardo Pelosi
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L’inattesa riconquista di Gharyan a 40 km da Tripoli da parte delle forze governative libiche solo pochi giorni fa ha riacceso le speranze nel Governo presieduto da Fayez al Serraj di poter resistere agevolmente alla pressione delle forze del generale Haftar.
Ma, nello stesso tempo, ha aumentato la paura per una possibile violenta ritorsione delle forze della Cirenaica che potrebbe portare perfino a bombardamenti su Tripoli ed azioni anche contro Tharuna, ad Est di Tripoli.
Analisi e preoccupazioni che il primo ministro del Governo di accordo nazionale Serraj ha manifestato nei dettagli oggi a Milano al vicepremier Matteo Salvini. Quest’ultimo aveva incontrato solo pochi giorni fa a Roma il suo omologo ministro dell’Interno di Tripoli Bashaga che aveva manifestato tutto l’interesse del premier Serraj ad incontrare Salvini.
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Il colloquio ha spaziato sui temi della crisi libica e sul ruolo che le Nazioni Unite e l’inviato Ghassam Salamè possono ancora svolgere per imporre un ritiro delle milizie del maresciallo Haftar e per vigilare meglio sull’embargo Onu di armi dopo che truppe governative libiche hanno scoperto un deposito di missili americani, venduti agli Emirati Arabi, nella base del maresciallo Haftar proprio a Gharyan, riconquistata da Tripoli.
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