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Dai concorsi sprint alle impronte anti-furbetti: che cosa prevede il ddl concretezza

Impronte digitali in funzione anti-furbetti e una riforma del reclutamento che mira a rendere più veloci le assunzioni. Questi i pilastri del Ddl Concretezza, approvato dalla Camera. Il testo ora tonerà al Senato ma difficilmente ci sarà ancora spazio per le modifiche. «Una legge di civiltà» per il vicepremier Matteo Salvini, che ringrazia così il ministro della P.a, Giulia Bongiorno, autrice del disegno di legge, che insiste sulla lotta all’assenteismo come «dovere». Ecco allora le principali novità del provvedimento.

Controllo biometrico ma insegnanti esclusi
Impronte digitali o verifica dell’iride, al posto del cartellino, per accertare gli ingressi a lavoro. Nel testo per ora c’è solo il principio, la realizzazione del meccanismo è demandata a un successivo decreto. C’è poi da dire che alcune categorie sono escluse (forze dell’ordine, magistratura, prefetti). E per la scuola vigeranno regole ad hoc. Nessun controllo per i docenti, già sottoposti al registro elettronico, mentre per i presidi una qualche forma di vigilanza dovrà essere trovata. Inoltre, insieme alla verifica biometrica, in contemporanea e non in alternativa, il ddl prevede il ricorso alla video-sorveglianza.

Concorsi sprint e quiz
Si apre al test a risposta multipla sia per le prove pre-selettive, che scatterebbero quando il numero dei candidati doppia quello dei posti a bando, sia per gli scritti. C’è un’indicazione a concentrare le prove e per i profili tecnici potrebbe anche bastare una verifica pratica. Via libera alla correzione automatizzata e alla creazione di sottocommissioni quando si oltrepassano i 250 candidati, con la possibilità di ricorrere anche a pensionati. Non ci sarà poi bisogno di un’autorizzazione preventiva ad assumere (nel limite dell’80% delle facoltà).

Nucleo della concretezza e mobilità più facile
Un pool di 53 unità vigilerà sul corretto funzionamento delle amministrazioni, attraverso visite, sopralluoghi e proponendo misure correttive. Arrivano inoltre incentivi ai passaggi tra il settore privato e quello pubblico. Tra le novità la possibilità di godere dell’aspettativa, senza assegni, anche per chi non è dirigente Inoltre il periodo di aspettativa, che dura cinque anni, potrà essere rinnovato anche se per una sola volta.

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