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Dai minimarket ai rimpatri, la linea Di Maio dopo il passo falso M5S alle europee

L’ultima proposta di Luigi Di Maio per incalzare l’alleato di governo su uno dei suoi slogan prediletti, quel “prima gli italiani” che sta alla base dell’approccio salviniano, è l’annuncio di un piano di controlli messo in campo dal ministero del Lavoro sui minimarket gestiti da cinesi e bengalesi. Obiettivo: scovare chi evade il fisco.

Nuovi equilibri politici all’interno della maggioranza
Il “verdetto” delle elezioni europee, che il 26 maggio hanno registrato il boom della Lega e una battuta d’arresto per i Cinque Stelle, ha sconquassato gli equilibri politici all’interno della maggioranza, a tutto vantaggio del Carroccio. Per il leader politico M5S i margini di manovra nei confronti di Salvini si sono ridotti, con la conseguenza che a dettare l’agenda dell’esecutivo, in questa fase politica, è soprattutto il leghista.

Di Maio: direttiva su controlli negozi cinesi-pakistani
Di Maio tenta di giocare la sua partita. E lo fa su temi di rilevanza strategica anche per l’alleato di governo. «La questione degli irregolari coinvolge anche il mondo imprenditoriale e del lavoro – osserva -. Molti di questi lavorano in modo illegittimo in piccole attività poco trasparenti, che evadono il fisco e vendono prodotti non registrati, nocivi, facendo concorrenza sleale e danneggiando la nostra economia. Diverse inchieste giornalistiche hanno testimoniato tutto ciò nel caso di attività cinesi e pakistane. A tal proposito – annuncia – invierò nei prossimi giorni una direttiva per incrementare i controlli. Una misura che inciderà anche sulla sicurezza interna».

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Toni meno “gridati” sui rimpatri dei migranti (al palo)
Sul piano della sicurezza, e in particolare della gestione dei flussi migratori, i toni delle dichiarazioni del leader politico dei Cinque Stelle si sono fatti, dopo le elezioni, meno “gridati”. Se infatti in campagna elettorale Di Maio in più di un’occasione ha criticato apertamente l’alleato di governo sui rimpatri «rimasti al palo», dal 27 maggio i riferimenti a questo nodo hanno assunto toni più “concilianti”. Commentando il via libera da parte del Consiglio dei ministri del decreto sicurezza bis, una priorità per Salvini, in un intervento a “L’aria che tira” Di Maio ricorda che «alla luce degli ultimi fatti di cronaca è opportuno che si affronti il tema seriamente e in tempi certi. Sono troppi i circa 500mila irregolari in Italia. Bisogna lavorare sul profilo internazionale in modo più approfondito e lo faremo da squadra. È un lavoro da fare con il massimo della collaborazione, c’è il clima per ricominciare a lavorare insieme e bene». «La linea sull’immigrazione è giusta», sottolinea in un’altra occasione.

Di Maio al fianco di Salvini per chiedere flessibilità sui conti pubblici
Un altro aspetto in cui emerge la nuova strategia Cinque stelle, dopo il 17% incassato alle europee, è l’approccio nella trattativa con Bruxelles, dopo la decisione della Commissione europea di dare il via a una procedura che potrebbe far scattare contro l’Italia una procedura per disavanzo eccessivo causato dalla violazione della regola del debito.

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Se il capo del governo Conte, il ministro degli Affari esteri Moavero e quello dell’Economia Tria propongono una linea più dialogante con Bruxelles e dicono no a una «prova muscolare», Di Maio decide di dare man forte e fare fronte comune con Salvini nel chiedere una trattativa con l’Europa che si sviluppi sulla base di un approccio non troppo remissivo. «Dobbiamo scongiurare la procedura di infrazione, ma non con manovre correttive», sottolinea il leader politico M5S. Di Maio si dice convinto che nell’Ue «non andranno fino in fondo» e che l’obiettivo italiano non sia «andare contro l’Unione europea, ma abbassare le tasse e migliorare le condizioni degli italiani» con «prese di posizione ferme». «Si può trattare, ma senza tradire gli italiani», è il messaggio. Quegli stessi italiani che il pentastellato punta a tutelare con la stretta sui minimarket gestiti da stranieri.

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