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Dai monopattini ai medici al lavoro fino a 70 anni, le modifiche al Milleproroghe

alla camera

Le votazioni in commissione alla Camera slittano alla prossima settimana e in Aula il testo è atteso non prima del 10 febbraio.

di Andrea Gagliardi

29 gennaio 2020


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2′ di lettura

Come ogni anno, il decreto Milleproroghe diventa un testo omnibus che ospita temi disparati: dalla stretta sulle regole per chi guida i monopattini, ai medici che potranno restare in servizio fino a 70 anni, all’assunzione di ricercatori nelle università. Sulla micromobilità il correttivo messo a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riscrive e integra il comma 75 della manovra. In particolare sono equiparati alle biciclette i monopattini prevalentemente elettrici con potenza massima di 0,50 Kw e una velocità non superiore a 25 Km/h. In base a questa modifica tutti i monopattini a motore (sia elettrico che termico) con caratteristiche (per potenza e velocità) diverse da quelle stabilite, non potranno circolare né su strada né sulle piste o sui marciapiedi.

Le sanzioni sulla micromobilità
E non si faranno sconti. Lo stesso emendamento nel fissare le nuove caratteristiche dei monopattini elettrici introduce anche un sistema sanzionatorio ad hoc: chi non rispetterà le nuove regole, infatti, sarà sanzionato con una multa che va da 200 a 800 euro. Non solo. La nuova norma che sarà presentata a Montecitorio introduce anche la sanzione accessoria della confisca amministrativa delle due ruote elettriche.

Ricercatori e pacchetto salute
Ma nel Milleproroghe trova spazio anche l’assunzione di 1600 ricercatori nelle università e il pacchetto della Salute che punta a fare fronte alla carenza di medici nelle strutture pubbliche, prorogando la possibilità per i camici bianchi di rimanere in servizio anche superati i 40 anni di attività, ma entro i 70 di età. Le mediazioni sono però tutte ancora da costruire e così i giallo rossi prendono tempo: le votazioni in commissione slittano alla prossima settimana e in Aula il testo è atteso non prima del 10 febbraio.

Ritirato emendamento con stretta su affitti brevi
Ritirato invece l’emendamento che prevedeva una stretta per chi affitta ai turisti case o stanze per periodi brevi, magari attraverso la piattaforma Airbnb. L’emendamento puntava a dare la possibilità ai comuni di consentire l’affitto turistico solo con il rilascio di una licenza ad hoc, stabilendo anche un tetto al numero di permessi. Inoltre, la proposta stabiliva un tetto alla durata degli affitti nell’anno, con un occhio particolare ai “centri storici”. L’affitto di più di tre stanze, anche in case diverse, per meno di 8 giorni, sarebbe stato considerato attività d’impresa. Con tanto di apertura di partita Iva.

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