I parlamenti nazionali, ricorda una nota dell’ufficio studi del Senato, hanno dovuto conciliare «l’esigenza di validità delle deliberazioni con la necessità di un numero contenuto di presenze nell’emiciclo, sempre per favorire anche in questi consessi il distanziamento sociale e per ridurre l’assembramento, richiesti per evitare il contagio»
di Andrea Carli
L’Europa in ordine sparso sulle misure per contenenere la diffusione del coronavirus. L’Europa in ordine sparso sulle soluzioni da adottare per scongiurare la recessione, cone dimostra la fumata nera sui coronabond dell’ultimo vertice dei 27. E l’Europa, in questo caso la “Vecchia Europa”, in ordine sparso sulle modalità con cui garantire l’esercizio del potere legislativo. Ciascuno adotta la sue soluzioni, anche sulla base di quanto prevedono i regolamenti parlamentari.
Se infatti in Italia i battenti di Camera e Senato non hanno chiuso, ma hanno ridotto al minimo le aperture – in aula è presente solo la metà dei parlamentari, 350 a Montecitorio e 161 a Palazzo Madama – in Francia, Germania e Spagna sono state fatte scelte diverse. I parlamenti nazionali, ricorda una nota dell’ufficio studi del Senato, hanno dovuto conciliare «l’esigenza di validità delle deliberazioni con la necessità di un numero contenuto di presenze nell’emiciclo, sempre per favorire anche in questi consessi il distanziamento sociale e per ridurre l’assembramento, richiesti per evitare il contagio».
Il caso francese: voto per delega
Il 17 marzo il presidente dell’Assemblea nazionale ha riunito in videoconferenza la Conferenza dei presidenti. Per quanto riguarda le modalità di svolgimento delle votazioni, il regolamento dell’Assemblea prevede il voto per delega. Sono previsti però dei paletti: la delega di voto è sempre personale, redatta a nome di un solo deputato espressamente indicato e può essere trasferita con il previo accordo del delegante a un altro delegato ugualmente indicato. La delega di voto va notificata al presidente dell’Assemblea prima dell’apertura della votazione o della prima delle votazioni cui si applica. Nelle sedute successive alla Conferenza dei presidenti, dedicate all’esame dei tre provvedimenti presentati di urgenza dal Governo il 18 marzo per contrastare Covid-19, gli otto gruppi sono stati rappresentati, oltre che dal loro presidente o da un suo delegato, da due deputati. I voti si sono svolti per alzata di mano e ciascun presidente di gruppo ha espresso i voti di tutto il suo gruppo. I deputati hanno avuto la possibilità di comunicare il voto in dissenso e i non iscritti hanno comunicato ai servizi comeptenti la loro posizione sui testi in discussione.
Il caso tedesco: distanzamento dei deputati
In Germania il Bundestag ha puntato sul distanziamento dei deputati, eventualmente anche abbassando il quorum di validità delle sedute. In questa settimana la seduta di assemblea si è tenuta solo mercoledì. La seduta è stata limitata alle questioni più urgenti relative all’emergenza sanitaria, mentre sono state sconvocate le sedute di giovedì e di venerdì 27 marzo. Dalla settimana prossima il Bundestag andrà in aggiornamento per la consueta pausa pasquale. Quanto alle modalità d voto (sempre, comunque, in presenza) verrà aumentato il numero di urne disponibili nelle aule e il tempo di votazione. La Germania ha anche previsto la temporanea riduzione (fino al 31 maggio) al 25% del quorum dei deputati la cui presenza è necessaria in seduta. Nella seduta di mercoledì il Bundestag ha approvato ad ampia maggioranza, con la sola astensione dell’AfD, il pacchetto economico presentato dal Governo federale per fronteggiare l’emergenza coronavirus (il via libera finale arriverà dal Bundesrat).
Il caso spagnolo: voto a distanza
In Spagna il Congresso dei deputati ha puntato sul voto a distanza. La Presidenza ha dato il via libera alla votazione telematica con carattere generale,ossia al di là dei casi previsti dal regolamento del Congresso per il voto a distanza. La richiesta di proroga dello stato di allarme fino alla mezzanotte del 12 aprile è stata approvata dal Congresso nella seduta plenaria del 25 marzo. La seduta si è svolta con una rappresentanza ridotta dell’emiciclo, grazie anche al voto telematico a carattere generale, al quel hanno aderito 307 dei 350 deputati.
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