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Dalla app Pd all’iscrizione online, sfida digitale Renzi-Zingaretti

le strategie

Come catturare l’interesse dei giovanissimi, che per la prima volta dopo molti anni sono tornati a guardare verso il Pd come ricorda spesso Zingaretti? L’iscrizione on line – un po’ come accade con la piattaforma Rousseu per il M5s – è ormai d’obbligo

di Emilia Patta

27 settembre 2019


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3′ di lettura

Iscrizione e partecipazione on line tramite la nuova AppPd che i consulenti digitali di Nicola Zingaretti, in primis Carlo Guarino, stanno mettendo a punto. Se c’è una cosa che sopravviverà negli anni Venti del terzo millennio dell’intuizione veltroniana che portò alla fondazione del Partito democratico è forse solo l’idea del partito “leggero”.

Via la vocazione maggioritaria di fronte alla riproporzionalizzazione del sistema politico, via la coincidenza delle figure di segretario del partito e candidato premier di fronte alla coalizione di centrosinistra che verrà (anche con il M5s?) che imporrà la scelta di un candidato comune. Ma che, soprattutto dopo l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ci sia bisogno di “leggerezza” nell’epoca del web e degli smartphone è un dato di fatto.

La politica della sezione di partito, dove i militanti andavano a iscriversi soldi in mano, non c’è più da qualche lustro. Ora nelle poche sezioni (circoli) rimaste del Pd ci sono soprattutto over 50, persone che si sono formate politicamente in un’altra epoca.

Come catturare l’interesse dei giovanissimi, che per la prima volta dopo molti anni sono tornati a guardare verso il Pd come ricorda spesso Zingaretti? L’iscrizione on line – un po’ come accade con la piattaforma Rousseu per il M5s – è ormai d’obbligo. E la App Pd avrà anche un’altra funzione: quella di mettere in relazione e coinvolgere nelle decisioni politiche direttamente iscritti e simpatizzanti, superando in questo modo anche il gioco di correnti che negli scorsi anni ha finito spesso per paralizzare l’azione del Pd.

Il segretario che dialoga direttamente con gli iscritti senza passare per capicorrente e capibastone locali, i cosiddetti “signori delle tessere”: un sogno a portata di App, appunto. «La differenza con Rousseau – spiega il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il responsabile politico del progetto AppPd – è che lì Davide Casaleggio sa chi sono tutti gli iscritti ma gli iscritti non si conoscono tra di loro. Noi invece creiamo una rete in cui chi ha la app può interagire con gli altri».

https://www.ilsole24ore.com/art/dalla-app-pd-all-iscrizione-online-centrosinistra-e-corsa-partito-digitale-ACNbnSn

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