A palazzo Chigi riunione tra i vertici di governo e i capi delegazione della maggioranza sugli interventi per cambiare i decreti Salvini
di Marco Ludovico
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Un permesso di protezione speciale per ogni richiedente asilo proveniente da una nazione dove si viola l’articolo 10 della Costituzione. La commissione territoriale valuta caso per caso: se accerta che al migrante è «impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana» come recita l’articolo 10, gli concede un permesso speciale, rilasciato dal questore, proprio perché in quelle circostanze lo straniero «ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica». Come dice la carta costituzionale così come nelle ipotesi di revisione dei decreti sicurezza.
La riunione a palazzo Chigi
Presieduto dal premier Giuseppe Conte, oggi a palazzo Chigi si riunisce il tavolo immigrazione. Ci sono i ministri dell’Interno, Luciana Lamorgese, autore delle proposta di modifica dei decreti firmati dal suo predecessore, Matteo Salvini; della Difesa, Lorenzo Guerini; della Giustizia, Alfonso Bonafede; degli Esteri, Luigi Di Maio; dei Trasporti, Paola De Micheli. E i capi delegazione di maggioranza: Pd, Iv, M5S, Leu. La sintesi non sarà né semplice né facile visti i due blocchi di partenza quasi contrapposti. M5S cauto e circospetto, Pd e il resto del centrosinistra lanciati in una revisione profonda. Un’unica certezza: non passerà mai l’abrogazione dei decreti, chiesta dalle Sardine e alcuni pezzi della sinistra.
Dalla cittadinanza all’iscrizione all’anagrafe
Il ventaglio di misure prese in considerazione dal ministro Lamorgese è ampio. Per gli uffici dovrebbe dimezzarsi il limite fino a 48 mesi per concedere la cittadinanza, «una disposizione priva di ogni regola di civiltà giuridica» ha sottolineato in una recente audizione parlamentare l’ex prefetto Mario Morcone, oggi direttore del Cir (consiglio italiano per i rifugiati). Ritorna il diritto di iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo: implica l’accesso ai servizi comunali ma anche il ripristino del collegamento alle banche dati come l’Inps.
I rilievi del Quirinale
Le obiezioni allora avanzate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sono l’unica certezza di accordo nella maggioranza. Via, dunque, le maxi-multe fino a un milione alle Ong se violano i diritti di ingresso, si torna alla sanzione da 10mila fino a 50mila euro. Stop anche alla confisca alla prima violazione, potrebbe rimanere solo se più volte “reiterata”.
La prescrizione e i nodi tra Pd e M5S
L’istituzione dei permessi di protezione speciale non ripristina in blocco quelli umanitari cancellati da Salvini. Ma sono una risposta politica, sia pure caso per caso, necessaria per il Pd. Non mancano i malumori: per Riccardo Magi (+Europa) «se le indiscrezioni fossero confermate così si fa solo una modulazione dello schema dei due decreti Salvini, non certo uno stravolgimento: resta l’impianto, la ratio e il senso. Non era quello che volevamo». Ma la partita tra Pd e M5S è tutta da vedere, difficile si chiuda in breve e alcune parti dell’intervento resteranno in sospeso. Non è escluso, del resto, che i dem mettano sul piatto la loro disponibilità dimostrata sulla prescrizione. Proprio per smuovere i grillini a cedere.
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