E alcuni provvedimenti del “decreto dignità” incassano l’approvazione della sinistra sociale (ben diversa da quella al caviale): così ieri sera su Rete4 e La7 il segretario Fiom Maurizio Landini e lo storico Marco Revelli
L’Europa? “deve cambiare”. “Se avessi un figlio vorrei che crescesse in un continente in cui il sistema fiscale e quello di welfare fossero uguali per tutti. Lavoreremo per questo”. Così il vicepremier Luigi Di Maio che, in un’intervista a La Stampa, anticipa i piani del governo. “Ho ricevuto grosse critiche dalle organizzazioni che rappresentano le grandi industrie” ha detto il leader 5Stelle parlando del decreto dignità. “Le piccole e medie imprese sanno che siamo al lavoro per ridurre la burocrazia e rendere meno pesanti per loro le buste paga. Abbiamo tolto lo split payment e disattivato il redditometro, un fuoco che covava sotto la cenere. C’è un dialogo costante. Chi non sfrutta i lavoratori giovani e meno giovani da noi non ha nulla da temere. D’altro canto è fondamentale ridurre la precarietà”.
“La precarietà – ha proseguito Di Maio – è una sciagura anche per le aziende, perché se non ci sono clienti si ferma anche la produzione. Ma quello che faremo per loro sarà più chiaro nella legge di bilancio, quando ridurremo il costo del lavoro”. La riduzione del cuneo fiscale è l’obiettivo mancato di ogni governo. “Ma noi lo applicheremo selettivamente, per ambiti di competenza”. Che cosa significa? “Cominceremo con i settori che riteniamo strategici. Ad esempio quelli che si occupano di made in Italy, di nuove tecnologie, di cultura e di turismo”. Quanto costerà? “Abbiamo fatto delle stime. Non le rivelo per evitare che cominci il tiro al piccione”.
Di Maio è quindi tornato sulla vicenda dell’Inps e sulle tensioni tra Salvini e Boeri. “Con la disoccupazione giovanile al 30%, mi pare complicato sostenere che l’immigrazione sia necessaria. E non importa se in questo momento non siamo di fronte a una invasione. E’ vero, c’è una differenza tra percezione e numeri, ma quella percezione non si può più ignorare, perché dimostra che il fenomeno è fuori controllo. E lo è perché è stato gestito male. Metteremo le cose a posto anche in questo caso”. Boeri se ne deve andare? “Il suo mandato scade nel 2019. E su molte cose abbiamo una visione comune. Penso ai vitalizi e alle pensioni d’oro. Però l’Inps deve fare l’Inps e lasciare a noi il compito di fare politica”.
Se avremo i soldi per fare tutto? “Ci muoveremo per ottenere più investimenti e la possibilità di fare interventi strutturali sul fisco e sul welfare. Il criterio sarà lo stesso che abbiamo usato per rimettere al centro il tema dei migranti”.
Poi i rapporti con la Lega che, ha detto Di Maio “sono ottimi”. “Se le cose dovessero cambiare, magari potremmo essere noi a fare delle valutazioni diverse”. Salvini la sta oscurando? “In questo governo ognuno fa la sua parte. E nessun esecutivo è’ stato capace di fare quello che noi abbiamo fatto in un mese”. Il prossimo passo? “Il reddito di cittadinanza. Subito. Lo stiamo studiando assieme alla Flat Tax. Saranno riforme strutturali. Fatte in collaborazione con la commissione e con il consiglio europeo. Ci sono cinque milioni di persone in povertà. E’ una emergenza assoluta”.
Fonte: AGI
Sotto: Maurizio Landini con Gino Strada