L’Italia, assicura il neo ministro degli Esteri, manterrà «un dialogo franco e aperto con i nostri partner, senza ovviamente rinunciare ai valori europei e atlantici che caratterizzano la storia del nostro Paese»
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Neanche il tempo di prendere possesso del suo nuovo ufficio alla Farnesina, dove si è insediato nel pomeriggio, che il neo ministro degli Esteri Luigi Di Maio già fissa le priorità della diplomazia italiana al tempo del Governo Pd-5 Stelle. La prima sarà la questione migranti, scrive il capo politico pentastellato in un messaggio di saluto ai dipendenti: «Intendiamo lavorare per una maggiore responsabilizzazione dell’Europa e un superamento del regolamento di Dublino».
L’Africa, da dove proviene gran parte dei migranti, «non può essere più vista solo come motivo di preoccupazione, bensì come opportunità per individuare nuovi partner strategici attraverso i quali incrementare lo sviluppo e la crescita del nostro Paese», sottolinea Di Maio. Sotto la sua guida la politica estera «sarà una componente essenziale dell’azione di questo Governo» e «avrà come obiettivo prioritario l’interesse nazionale in Europa e nel mondo», «con l’autorevolezza che spetta ad un grande Paese come l’Italia e alla sua riconosciuta e apprezzata tradizione di equilibrio e apertura al dialogo con gli altri». Manterremo, assicura poi, «un dialogo franco e aperto con i nostri partner, senza ovviamente rinunciare ai valori europei e atlantici che caratterizzano la storia del nostro Paese».
Un esordio tutto politico dal quale, in filigrana, emerge la consapevolezza che il rapporto con Mosca è da gestire, ovviamente con molta attenzione. Come, del resto, quello con la Cina, che ha imbarcato l’Italia nella Belt&Road Initiative. Tutto ciò in piena guerra dei dazi con gli Stati Uniti di Trump che al governo Conte bis ha dato il suo endorsement.
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Altro «punto fondamentale» dell’attività diplomatica «che ho intenzione di portare avanti, con costanza e determinazione», si legge ancora nel messaggio ai diplomatici, sarà l’internazionalizzazione per aumentare la crescita. «Investimenti nei mercati emergenti, innovazione tecnologica, ricerca scientifica» sono infatti «volani importanti per l’internazionalizzazione dell’intero Sistema Paese, per alimentarne le dinamiche di crescita sostenibile e attenta agli equilibri climatici e ambientali, per innescare circoli virtuosi di crescita e sviluppo a beneficio delle generazioni future».
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