La marcatura “a uomo” di Di Maio su Salvini, sempre più stretta man mano che si avvicina l’appuntamento con le elezioni Europee, è anche su un campo, quello della sicurezza e della gestione dei migranti, che costituisce un cavallo di battaglia della Lega. Ad accendere l’ennesima miccia tra i due vicepremier, l’accoltellamento di un uomo che portava un crocefisso da parte di un marocchino presso la stazione Termini di Roma. Da una parte il vicepremier pentastellato: i rimpatri sono al palo, dice, e in Italia vivono 600mila irregolari. Dall’altra il responsabile del Viminale, che replica: al massimo gli irregolari nel nostro paese sono 90mila.
Di Maio: rimpatri al palo, in Italia 600mila irregolari
Se Salvini “invade” il campo del ministero della Difesa, gestito dalla pentastellata Trenta, su porti chiusi e leva militare obbligatoria, allora M5S passa alla controffensiva sul tema della sicurezza. Di Maio ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella quale gli ha chiesto di convocare quanto prima un vertice sui rimpatri, «ancora fermi». Nella richiesta il responsabile dello Sviluppo economico si è detto «molto preoccupato» e ha sottolineato che «non basta inviare lettere per scongiurare attacchi. Per questo occorre lavorare subito sui 600mila irregolari che abbiamo in Italia».
Salvini: 90mila irregolari dal 2015
A stretto giro la replica del leghista: il «numero massimo stimabile» di migranti irregolari presenti in Italia dal 2015, sottolinea Salvini, è di 90mila persone e non di 500-600mila come sostenuto finora. Dal 2015 – continua il ministro dell’Interno – sono sbarcati 478mila migranti: 268mila hanno lasciato l’Italia e sono «presenze certificate in Paesi Ue e altri 119mila sono in accoglienza in Italia. Quelli di cui non c’è traccia sono 90mila: «Un numero molto più basso rispetto a quanto qualcuno va narrando in questi giorni», conclude.
Il report Ispi: con decreto sicurezza sono cresciuti gli irregolari
Uno dei punti principali del contratto tra Lega e 5Stelle è il rimpatrio di 500 mila stranieri irregolari. Con il decreto sicurezza e l’abolizione della protezione umanitaria – uno dei tre livelli di protezione previsto per i richiedenti asilo in Italia -, tuttavia, le persone irregolari sono cresciute. A questa conclusione è giunto l’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, in un report pubblicato a dicembre dal titolo: «I nuovi irregolari in Italia». Cosa succede quando un governo riduce il livello di protezione riservato ai richiedenti asilo, pur non essendo capace di aumentare i rimpatri verso i paesi di origine? La risposta che ha dato l’Istituto è stata: «aumentano gli stranieri senza permesso di soggiorno presenti sul territorio. Ed è esattamente ciò che succederà in Italia nei prossimi due anni».
Entro il 2020 gli irregolari potrebbero superare quota 670mila
Secondo l’indagine, nello “scenario base”, quello in cui l’Italia avrebbe mantenuto tutti e tre i livelli di protezione internazionale (status di rifugiato, protezione sussidiaria e protezione umanitaria), gli irregolari in Italia sarebbero aumentati di circa 60.000 unità. Ma il decreto-legge sicurezza, fortemente voluto da Salvini, potrebbe aggiungere al numero dei nuovi irregolari previsti dallo scenario base ulteriori 70.000 irregolari, più che raddoppiando i nuovi irregolari presenti in Italia. Ai ritmi attuali – si legge ancora nel report – i rimpatri dei migranti irregolari nei loro paesi di origine avranno un effetto solo marginale: per rimpatriarli tutti sarebbero necessari 90 anni, e solo a condizione che nel prossimo secolo non arrivi più nessun irregolare. In totale, entro il 2020 il numero di migranti irregolari presenti in Italia potrebbe superare quota 670.000. Si tratta di un numero più che doppio rispetto ad appena cinque anni fa, quando i migranti irregolari stimati erano meno di 300.000. Sarebbe anche il record di sempre se si esclude il 2002, quando in Italia si stimavano presenti 750.000 irregolari.
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