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Diplomazia e interesse nazionale: i caveat di Mattarella e le rivendicazioni di Conte

POLITICA ESTERA

Mentre alla Farnesina il presidente della Repubblica, aprendo i lavori della XIII conferenza degli ambasciatori, elencava le priorità della proiezione internazionale dell’Italia nell’aula del Senato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiamato a riferire su Moscopoli e finanziamenti alla Lega, rivendicava al suo esecutivo una linea “coerente” in politica estera escludendo diretti coinvolgimenti del Governo nell’affare Savoini-Metropole

di Gerardo Pelosi

24 luglio 2019


Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della XIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia (foto Ansa)

4′ di lettura

La coincidenza, anche se del tutto casuale, fa riflettere e lascia sempre più aperta la riflessione su chi effettivamente guidi la politica estera nell’attuale Governo giallo-verde. Mentre alla Farnesina, oggi pomeriggio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprendo i lavori della XIII conferenza degli ambasciatori, elencava le priorità della proiezione internazionale dell’Italia (ma, avvertiva, «senza lacerazioni né avventurose fughe in avanti») nell’aula del Senato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiamato a riferire su Moscopoli e finanziamenti alla Lega, rivendicava al suo esecutivo una linea “coerente” in politica estera escludendo diretti coinvolgimenti del Governo nell’affare Savoini-Metropole.

Parole che non hanno convinto affatto l’opposizione anche se lo “schiaffo” più sonoro Conte lo ha ricevuto proprio dai grillini assenti in massa all’audizione mentre contemporaneamente alla Farnesina, agli Stati generali della diplomazia, annullava la sua presenza il presidente della Camera, Roberto Fico. Nonostante la richiamata fedeltà allo spirito e alla lettera delle Nazioni Unite, della Nato e della Unione europea, proprio la vicenda Moscopoli ha fatto emergere la presenza di un “partito degli affari” nella Lega finalizzato a rompere la solidarietà dell’Unione europea e della stessa Nato in funzione filorussa.

Mattarella: Ue, primo perimetro nostra politica estera
Non è stato un saluto di cortesia ma un intervento ricco di spunti quello che il presidente della Repubblica ha letto alla Farnesina oggi pomeriggio aprendo i lavori della conferenza annuale degli ambasciatori e ambasciatrici. Nel contesto internazionale, secondo il Capo dello Stato «il cambiamento risiede nella capacità di incidere positivamente, con costanza e applicazione, senza lacerazioni né avventurose fughe in avanti, nei processi in corso». Questo, per Mattarella «vale per delicati colloqui di pace che riguardano ambiti elettivi della nostra politica estera o rischi potenziali per la sicurezza del nostro Paese. Vale per negoziati, primi fra tutti, della Ue, quello relativo al completamento dell’architettura dell’eurozona e quello aperto circa l’approfondimento della partecipazione del Parlamento Europeo alla definizione di nuovi assetti istituzionali, annunciato dal neo eletto presidente dell’Assemblea, David Sassoli». Proprio l’Unione Europea è al centro dell’attenzione di Mattarella perché «rappresenta il primo perimetro dell’azione della nostra diplomazia, della nostra stessa proiezione internazionale. L’Unione non è altro rispetto a noi stessi. Limitarsi a lamentare disagio, ad affermare una sua inettitudine nell’offrire risultati auspicati, rischia di apparire un esercizio autolesionista, una dichiarazione di insuccesso nell’incidere sulle sue decisioni. L’Unione è il luogo nel quale confrontarsi e riuscire a rispondere alle sfide».

Conte: «coerente» la mia linea affidata a 40 missioni
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiuderà venerdì la conferenza degli ambasciatori ma già oggi al Senato, nell’audizione su Moscopoli, ha anticipato alcune sue idee sulle linee guida della nostra politica estera. Una politica, ha detto, «affidata a circa 40 missioni che io stesso ho effettuato all’estero a plurimi incontri con personalità straniere e a plurime missioni del ministro degli Esteri». Anche i singoli ministri «nelle materie di loro competenza hanno contribuito ad alimentare le relazioni dell’Italia ma la mia costante presenza all’estero e ai fori internazionali ha consentito di mettere a punto anche sul fronte internazionale la sintesi necessaria per una linea coerente».

Moavero: Italia «ponte naturale per l’Africa»
Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, ha elencato le priorità della politica estera italiana che devono fare i conti con il mondo globalizzato e la rivoluzione digitale. In questo contesto, secondo il responsabile della Farnesina, «il peso specifico dell’Europa e dei suoi Stati si è ridotto notevolmente e dunque l’Italia che si trova in Europa subisce l’impatto di queste debolezze». Ma l’Italia anche «se si trova in ottava posizione nella classifica del Pil per il surplus manifatturiero è quinta. Una posizione estremamente interessante che ci fa capire come il nostro ruolo nel mondo sia ancora rilevante». Quanto all’Africa, afferma Moavero, «è complementare all’Europa e rappresenta un’enorme opportunità. È un continente di fronte all’Italia e rispetto al quale siamo un ponte naturale».

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